Aaaahhhhh, non faccio in tempo a tornare dalle vacanze, che subito le "Vecchie comari dei pittori di answer" si impadroniscono della scena per sentenziare su una cosa che non conoscono. Mi chiedo se allora questo posto sia un luogo per aiutarsi o piuttosto una scusa per autoconvincersi di qualcosa o cercare consensi.
Fatta questa doverosa premessa, ho notato che nella tua domanda vuoi anche sapere quali risvolti (anche economici) abbia poi effettivamente la critica costruita da uno specialista del settore. Ti dico subito che non è una risposta breve, dato che gli oneri ed i compiti di uno storico e critico dell'arte sono molteplici.
Innazi tutto è doveroso chiarire il concetto di "plusvalore": quando si è davanti ad un'opera d'arte (potrà spesso venire dimenticato dai più), si è di fronte ad una realtà che ha molteplici sfaccettature. Ad esempio, di fronte ad un quadro si sarà di fronte non solo ad una tavola di legno sopra la quale sono stati messi dei colori in modo da suggerire delle forme, ma si starà anche guardando una certa qualità di legno ed una certa qualità di colore. E non solo. Si starà vedendo una certa epoca, con certi fatti storici, un certo artista operante nel mezzo di quei fatti storici, un determinato committente, disposto a pagare una certa somma a quel pittore, somma che potrà permettersi grazie anche alle dinamiche della sua epoca. E non è ancora finita. Si starà guardando le idee che hanno influenzato la forma delle immagini nel quadro, le opere letterarie con le medesime storie, i concetti filosofici contemporanei o precedenti, le innovazioni stilistiche apportate da "filosofie" estetiche, la qualità di queste filosofie, la bravura nel renderle, il legame con le tradizioni precedenti o il distacco da esse, la grandiosità di certe concezioni. Ed entrando ancora di più nello specifico, si starà guardando quanto, rispetto alle altre opere del medesimo artista, questa è originale e ben riuscita, in che fase della vita di costui è stata eseguita, che fortuna ha avuto nel passato, chi e cosa ci testimonia già di essa in precedenza. Insomma, tutto questo (e molto altro ancora su cui non ho tempo di soffermarmi) forma il "plusvalore" dell'opera d'arte. Compito del critico è quello di valutare questo plusvalore, attraverso ,principalmente, due strumenti: studio ed intelligenza critica. Il primo è la condizione senza la quale non è possibile nella maniera più assoluta dare dei giudizi di valore su un'opera d'arte. E non ti fidare di chi, in maniera qualunquista, ti dice che a studiare sui libri ci riescono tutti e non è quello che fa la differenza: conosco studiosi dotati di una cultura tale che, se molta gente che qui nella sezione "arte e cultura" smettesse di colpo di vantarsi tutto il giorno di conoscenze che non ha ed iniziasse a studiare ininterrottamente, non raggiungerebbe il loro livello in dieci anni. E non solo. Una volta possedute determinate nozioni storiche, bisogna saperle usare al momento giusto, associarle correttamente in testa, intepretarle ed adoperarle nella maniera corretta. Capirai quindi che non è un mero e sterile esercizio di erudizione, ma lo strumento necessario per le successive "indangini". E dico questo perchè, credimi, è penoso per moltissimi studiosi sentirsi propinare delle castronerie assurde da cani e porci sopra ogni tipo di opera d'arte, senza che questi abbiano mai capito veramente le dinamiche della Storia dell'Arte. Sembra quasi che, solo perchè non si chiama "Ingegneria" o "Medicina", la gente si senta libera di sparare sentenze su una materia che, fidati, non necessita di minor studio.
Passando al secondo strumento, cioè l'intelligenza critica, ti dirò subito che questa non la posseggono tutti, ma la si può formare ed irrobustire con l'aumentare della propria esperienza. Ad esempio, se tutti gli storici dell'arte avranno un determinato numero di nozioni, non tutti avranno l'intelligenza per saperle usare bene, come nel caso delle perizie attribuzionistiche, esclusivo appannaggio dei critici e storici d'arte. Vedi, senza il loro lavoro di ricerca ed intuito, quasi l'80% delle opere d'arte oggi conservate (che, lo ricordo, sono state spesso salvate dall'incuria comune proprio grazie a storici che ne hanno valutato il valore) sarebbe anonimo o di attribuzione incerta. Grazie alla critica, invece, noi abbiamo la metà della Storia dell'Arte (l'altra metà la fa l'Arte stessa e ,bada bene, non gli artisti). Capirai ora che è proprio tutto questo che ti ho elencato che fa aumentare il valore di un'opera d'arte e che spetta proprio ai tecnici del settore il compito di valutarlo. E queste sono constatazioni oggettive che chiunque sia privo di preconcetti, false verità artistiche, autocompiacimenti di sorta e "complessi da reuccio di answer" deve ammettere. Ma sai, qui molti sedicenti artisti probabili imbrattacroste diventano livorosi non appena si toccano i loro reami di cartapesta (per non parlare di quelle scimmiette ammaestrate loro accolite, sempre pr
Sinceramente, più che citare nomi italiani (sono stata allieva di Barilli ed ho avuto modo di conoscere sia Achille Bonito Oliva che Angela Vettese, quindi ovvio che li rispetto), ti suggerisco di valutare il ruolo della critica all'estero. Parlo di nomi come Clement Greenberg, Foster, Rosalind Krauss: per quanto siano critici, perchè si occupano di tendenze nate in quegli stessi giorni/anni in cui scrivono, hanno una preparazione tecnica precisissima ed analizzano l'opera con una competenza incredibile. A questo serve forse la critica, ad un livello ideale: il critico dovrebbe avere una COMPETENZA ed una SENSIBILITA' tale da aiutare i meno esperti a recepire le novità dell'arte. Purtroppo, spesso in Italia i critici si divertono a scrivere in modi incomprensibili, alla faccia della comprensione...
Riguardo ai nomi...beh: Roberto Longhi senza dubbio, Achille Bonito Oliva, Giulio Carlo Argan, Ferdinando Bologna, Alessandro Angelini, Ester Coen.
Le critiche possono anche essere negative quindi in teoria potrebbero anche abbassare il valore economico dell'opera analizzata, quindi no, credo che il valore economico lo faccia l'opera in se e non la critica, che invece aiuta a leggere l'opera e a ravvisarne tanti dettagli e a comprenderla a 360°.
sgrbi non si può considerare un critico ma un personaggio dello spettacolo. al massimo può andare a fare le televendite con la casa d'aste orler. cmq apprezzo molto BONAMI E BARILLI
salve ,per quanto mi riguarda ho trovato diverse persone qui su answrs,che sicuramente hanno delle basi ed una formazione,pari se non superiore alla capra sgarbi...parlo della sezione pittura e scultura...
beh quasi tuti quelli citati da Bonito Oliva a Bonami hanno curato almeno una Biennale (mi dispiace che nessuno abbia citato jean Clair) , anche i curatori della Dokumenta a Kassel che rimane sempre un punto di riferimento!
bella domanda....!!!!.....Ricordati che la critica vien fatta e dettata solo da quelli che non san fare neppure un' asta .....La vera critica dovrebbe venire sempre dal popolo....
Riguardo alla funzione della critica io credo che sia molto importante...non tutti conoscono i tecnicismi e sono così tanto poeti da farti apprezzare al massimo una "vera" opera d'arte...
Lascia stare Sgarbi: è una "puttanella" che si vende al miglior offerente.
Di arte nn ne capisce un cavolo: quando parla degli artisti storicizzati nulla di nuovo, non c'è bisogno di critici visto che basta un po di studio per poterli apprezzare. Per quel che riguarda gli artisti contemporanei, quando si cimenta in una"critica" si limita ad elencare ciò che vede nel dipinto... patetico!
Ciò che lo salva è una certa cultura e la sua dialettica. Il suo successo lo deve essenzialmente al fatto di aver capito che nello spettacolo (e bada nn lo sto includendo nel mondo dell'arte) basta fare gli isterici e dare gratuitamente dell' "ignorante" al tuo prossimo per essere considerati dei geni.
In realtà ho notato che lo fa anche qualcuno su Answer.
per quel che riguarda le critiche e gli onnipotenti critici attendo il giorno in cui il mondo capirà che c'è bisogno solo di semplici estimatori (ma anche di detrattori), disposti a dialogare e discutere direttamente e costruttivamente con gli artisti stessi.
non che nn stimi i critici, per carità, ce ne sono anche di molto onesti e preparati!
Ps: di critici te ne anno già elencati molti quindi nn aggiungo altro. ciao.
Saluti a te oeGordnaS!
Quale fortuito incontro! Della serie a volte ritornano. L'illustre Maximili...ecc. che ci dedica un po del suo preziosissimo tempo, fra un volo e l'altro (200 voli annui, ovvero 4 alla settimana!?) durante i quali va in giro per il globo a scovare opere d'arte da esporre nella celeberrima galleria che gestisce ,mentre nella vita di tutti i giorni è un laureando in storia dell'arte e nel contempo assistente di cattedra ecc...(come mi è sembrato di capire da una Sua precedente risposta. Ma la prego mi corregga pure se sbaglio!). Preziosissimo tempo speso per dispensare perle di saggezza ed, ovviamente, per offendere un po di gente; quest'ultima probabilmente la sua unica vera passione-attività (Lei le chiama "polemiche d'arte"?!)... quando si parla di "gente poco realizzata" TT-TT (mi permetto di utilizzare le "faccine" tanto per sdrammatizzare, visto che tanto le usa anche Lei).
Cmq tornando all'argomento della domanda: riguardo Sgarbi per ora nn cambio opinione, ed il fatto che sia stato allievo del grande Federico Zeri, per me non ha mai costituito un motivo per qualificarlo automaticamente come critico eccellente, per me Sgarbi infanga il buon nome del suo maestro! é soprattutto per questo che nn l'ho mai stimato. Guardare in TV le sue "critiche", ridicolmente improvvisate nel tentativo di vendere autentiche croste, per arrotondare, è stato per il sottoscritto (e non solo) uno dei più sani divertimenti in quegli anni!
Riguardo la "parcella" di un qualsiasi critico d'arte, per me, questi è autorizzato a chiedere anche milioni di euro se la sua critica è redatta con competenza ed onestà, e non solo per lucrare... anche se un vero critico al cospetto di un nuovo talento probabilmente la farebbe anche gratis, per il solo onore di averlo scoperto.
Inoltre con la mia ben misera sintassi da "imbrattatele", non mi è sembrato di aver lasciato minimamente intendere che, con un po di studio, chiunque possa diventare un autentico "genio" della critica d'arte. Dico solo che nel leggere l'opera di un artista storicizzato nn vi è nulla di pionieristico! Quando Lei parla di studiosi di una certa caratura forse lei si include "modestamente" nel novero?
Per quel che riguarda il mio "cercare consensi" da individuo con "complessi da reuccio di answer" che vive in "reami di cartapesta" (com'è poetico!) le rispondo dicendo che già sapevo che per una risposta così impopolare mi avrebbero affibbiato qualche pollice verso....solo 4? su! potete fare di meglio! contatti pure qualche Suo altro caro amichetto che Le possa dar manforte (e magari si faccia pure votare, come al solito, le risposte in votazione!) ...senti chi parla di comari!
L'unico encomio che Le faccio riguarda la sua grande passione per la "Storia" dell'arte (sperando che sia autentica)... grande quasi quanto la passione che io provo per "l'Arte" (anzi LE Arti, e non solo).
In tutta onestà son fermamente convinto che una persona come Lei non possiede e non possiederà mai la sensibilità necessaria per apprezzare sinceramente e genuinamente qualsivoglia forma d'arte!
Ma ora basta, ho ben altro da fare che dare retta ad un ragazzino isterico che vuol farsi bubblicità su Answer. Nel caso non l'avesse ancora compreso, i punti che accumula su Answer non li può convertire in Facoltà per far alzare la media o i CF! Comunque chieda pure in segreteria, magari mi sbaglio.
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Aaaahhhhh, non faccio in tempo a tornare dalle vacanze, che subito le "Vecchie comari dei pittori di answer" si impadroniscono della scena per sentenziare su una cosa che non conoscono. Mi chiedo se allora questo posto sia un luogo per aiutarsi o piuttosto una scusa per autoconvincersi di qualcosa o cercare consensi.
Fatta questa doverosa premessa, ho notato che nella tua domanda vuoi anche sapere quali risvolti (anche economici) abbia poi effettivamente la critica costruita da uno specialista del settore. Ti dico subito che non è una risposta breve, dato che gli oneri ed i compiti di uno storico e critico dell'arte sono molteplici.
Innazi tutto è doveroso chiarire il concetto di "plusvalore": quando si è davanti ad un'opera d'arte (potrà spesso venire dimenticato dai più), si è di fronte ad una realtà che ha molteplici sfaccettature. Ad esempio, di fronte ad un quadro si sarà di fronte non solo ad una tavola di legno sopra la quale sono stati messi dei colori in modo da suggerire delle forme, ma si starà anche guardando una certa qualità di legno ed una certa qualità di colore. E non solo. Si starà vedendo una certa epoca, con certi fatti storici, un certo artista operante nel mezzo di quei fatti storici, un determinato committente, disposto a pagare una certa somma a quel pittore, somma che potrà permettersi grazie anche alle dinamiche della sua epoca. E non è ancora finita. Si starà guardando le idee che hanno influenzato la forma delle immagini nel quadro, le opere letterarie con le medesime storie, i concetti filosofici contemporanei o precedenti, le innovazioni stilistiche apportate da "filosofie" estetiche, la qualità di queste filosofie, la bravura nel renderle, il legame con le tradizioni precedenti o il distacco da esse, la grandiosità di certe concezioni. Ed entrando ancora di più nello specifico, si starà guardando quanto, rispetto alle altre opere del medesimo artista, questa è originale e ben riuscita, in che fase della vita di costui è stata eseguita, che fortuna ha avuto nel passato, chi e cosa ci testimonia già di essa in precedenza. Insomma, tutto questo (e molto altro ancora su cui non ho tempo di soffermarmi) forma il "plusvalore" dell'opera d'arte. Compito del critico è quello di valutare questo plusvalore, attraverso ,principalmente, due strumenti: studio ed intelligenza critica. Il primo è la condizione senza la quale non è possibile nella maniera più assoluta dare dei giudizi di valore su un'opera d'arte. E non ti fidare di chi, in maniera qualunquista, ti dice che a studiare sui libri ci riescono tutti e non è quello che fa la differenza: conosco studiosi dotati di una cultura tale che, se molta gente che qui nella sezione "arte e cultura" smettesse di colpo di vantarsi tutto il giorno di conoscenze che non ha ed iniziasse a studiare ininterrottamente, non raggiungerebbe il loro livello in dieci anni. E non solo. Una volta possedute determinate nozioni storiche, bisogna saperle usare al momento giusto, associarle correttamente in testa, intepretarle ed adoperarle nella maniera corretta. Capirai quindi che non è un mero e sterile esercizio di erudizione, ma lo strumento necessario per le successive "indangini". E dico questo perchè, credimi, è penoso per moltissimi studiosi sentirsi propinare delle castronerie assurde da cani e porci sopra ogni tipo di opera d'arte, senza che questi abbiano mai capito veramente le dinamiche della Storia dell'Arte. Sembra quasi che, solo perchè non si chiama "Ingegneria" o "Medicina", la gente si senta libera di sparare sentenze su una materia che, fidati, non necessita di minor studio.
Passando al secondo strumento, cioè l'intelligenza critica, ti dirò subito che questa non la posseggono tutti, ma la si può formare ed irrobustire con l'aumentare della propria esperienza. Ad esempio, se tutti gli storici dell'arte avranno un determinato numero di nozioni, non tutti avranno l'intelligenza per saperle usare bene, come nel caso delle perizie attribuzionistiche, esclusivo appannaggio dei critici e storici d'arte. Vedi, senza il loro lavoro di ricerca ed intuito, quasi l'80% delle opere d'arte oggi conservate (che, lo ricordo, sono state spesso salvate dall'incuria comune proprio grazie a storici che ne hanno valutato il valore) sarebbe anonimo o di attribuzione incerta. Grazie alla critica, invece, noi abbiamo la metà della Storia dell'Arte (l'altra metà la fa l'Arte stessa e ,bada bene, non gli artisti). Capirai ora che è proprio tutto questo che ti ho elencato che fa aumentare il valore di un'opera d'arte e che spetta proprio ai tecnici del settore il compito di valutarlo. E queste sono constatazioni oggettive che chiunque sia privo di preconcetti, false verità artistiche, autocompiacimenti di sorta e "complessi da reuccio di answer" deve ammettere. Ma sai, qui molti sedicenti artisti probabili imbrattacroste diventano livorosi non appena si toccano i loro reami di cartapesta (per non parlare di quelle scimmiette ammaestrate loro accolite, sempre pr
Sinceramente, più che citare nomi italiani (sono stata allieva di Barilli ed ho avuto modo di conoscere sia Achille Bonito Oliva che Angela Vettese, quindi ovvio che li rispetto), ti suggerisco di valutare il ruolo della critica all'estero. Parlo di nomi come Clement Greenberg, Foster, Rosalind Krauss: per quanto siano critici, perchè si occupano di tendenze nate in quegli stessi giorni/anni in cui scrivono, hanno una preparazione tecnica precisissima ed analizzano l'opera con una competenza incredibile. A questo serve forse la critica, ad un livello ideale: il critico dovrebbe avere una COMPETENZA ed una SENSIBILITA' tale da aiutare i meno esperti a recepire le novità dell'arte. Purtroppo, spesso in Italia i critici si divertono a scrivere in modi incomprensibili, alla faccia della comprensione...
Non posso non citare Gillo Dorfles, anche se, più che critico, è uno storico dell'arte.
Poi viene ABO, Achille Bonito Oliva.
Germano Celant.
Angela Vettese.
Ma ce ne sono molti altri.
Sgarbi è molto noto ma molto poco inserito nel Sistema dell'Arte Contemporanea.
Ecco una lista: http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_critici_d%27...
Non sono in lista (ma li ricordo): Eugenio Viola, Adriana Rispoli.
Giuliana Altea.
Sgarbi secondo me è preparato ma spocchioso.
Riguardo ai nomi...beh: Roberto Longhi senza dubbio, Achille Bonito Oliva, Giulio Carlo Argan, Ferdinando Bologna, Alessandro Angelini, Ester Coen.
Le critiche possono anche essere negative quindi in teoria potrebbero anche abbassare il valore economico dell'opera analizzata, quindi no, credo che il valore economico lo faccia l'opera in se e non la critica, che invece aiuta a leggere l'opera e a ravvisarne tanti dettagli e a comprenderla a 360°.
Ciao :)
sgrbi non si può considerare un critico ma un personaggio dello spettacolo. al massimo può andare a fare le televendite con la casa d'aste orler. cmq apprezzo molto BONAMI E BARILLI
salve ,per quanto mi riguarda ho trovato diverse persone qui su answrs,che sicuramente hanno delle basi ed una formazione,pari se non superiore alla capra sgarbi...parlo della sezione pittura e scultura...
saluti..pure a norebo...
beh quasi tuti quelli citati da Bonito Oliva a Bonami hanno curato almeno una Biennale (mi dispiace che nessuno abbia citato jean Clair) , anche i curatori della Dokumenta a Kassel che rimane sempre un punto di riferimento!
M. Vitiello
P.S. ha anke visto alkune mie opere alla mostra a castel dell'ovo.
CHE EMOZIONE RAGAZZI!!!!
bella domanda....!!!!.....Ricordati che la critica vien fatta e dettata solo da quelli che non san fare neppure un' asta .....La vera critica dovrebbe venire sempre dal popolo....
questo sito contiene i nomi e gli indirizzi di diversi critici d'arte e anche di riviste di critica d'arte http://www.guzzardi.it/arte/pagine/critici.html spero che ti sia stata d'aiuto.
Riguardo alla funzione della critica io credo che sia molto importante...non tutti conoscono i tecnicismi e sono così tanto poeti da farti apprezzare al massimo una "vera" opera d'arte...
Lascia stare Sgarbi: è una "puttanella" che si vende al miglior offerente.
Di arte nn ne capisce un cavolo: quando parla degli artisti storicizzati nulla di nuovo, non c'è bisogno di critici visto che basta un po di studio per poterli apprezzare. Per quel che riguarda gli artisti contemporanei, quando si cimenta in una"critica" si limita ad elencare ciò che vede nel dipinto... patetico!
Ciò che lo salva è una certa cultura e la sua dialettica. Il suo successo lo deve essenzialmente al fatto di aver capito che nello spettacolo (e bada nn lo sto includendo nel mondo dell'arte) basta fare gli isterici e dare gratuitamente dell' "ignorante" al tuo prossimo per essere considerati dei geni.
In realtà ho notato che lo fa anche qualcuno su Answer.
per quel che riguarda le critiche e gli onnipotenti critici attendo il giorno in cui il mondo capirà che c'è bisogno solo di semplici estimatori (ma anche di detrattori), disposti a dialogare e discutere direttamente e costruttivamente con gli artisti stessi.
non che nn stimi i critici, per carità, ce ne sono anche di molto onesti e preparati!
Ps: di critici te ne anno già elencati molti quindi nn aggiungo altro. ciao.
Saluti a te oeGordnaS!
Quale fortuito incontro! Della serie a volte ritornano. L'illustre Maximili...ecc. che ci dedica un po del suo preziosissimo tempo, fra un volo e l'altro (200 voli annui, ovvero 4 alla settimana!?) durante i quali va in giro per il globo a scovare opere d'arte da esporre nella celeberrima galleria che gestisce ,mentre nella vita di tutti i giorni è un laureando in storia dell'arte e nel contempo assistente di cattedra ecc...(come mi è sembrato di capire da una Sua precedente risposta. Ma la prego mi corregga pure se sbaglio!). Preziosissimo tempo speso per dispensare perle di saggezza ed, ovviamente, per offendere un po di gente; quest'ultima probabilmente la sua unica vera passione-attività (Lei le chiama "polemiche d'arte"?!)... quando si parla di "gente poco realizzata" TT-TT (mi permetto di utilizzare le "faccine" tanto per sdrammatizzare, visto che tanto le usa anche Lei).
Cmq tornando all'argomento della domanda: riguardo Sgarbi per ora nn cambio opinione, ed il fatto che sia stato allievo del grande Federico Zeri, per me non ha mai costituito un motivo per qualificarlo automaticamente come critico eccellente, per me Sgarbi infanga il buon nome del suo maestro! é soprattutto per questo che nn l'ho mai stimato. Guardare in TV le sue "critiche", ridicolmente improvvisate nel tentativo di vendere autentiche croste, per arrotondare, è stato per il sottoscritto (e non solo) uno dei più sani divertimenti in quegli anni!
Riguardo la "parcella" di un qualsiasi critico d'arte, per me, questi è autorizzato a chiedere anche milioni di euro se la sua critica è redatta con competenza ed onestà, e non solo per lucrare... anche se un vero critico al cospetto di un nuovo talento probabilmente la farebbe anche gratis, per il solo onore di averlo scoperto.
Inoltre con la mia ben misera sintassi da "imbrattatele", non mi è sembrato di aver lasciato minimamente intendere che, con un po di studio, chiunque possa diventare un autentico "genio" della critica d'arte. Dico solo che nel leggere l'opera di un artista storicizzato nn vi è nulla di pionieristico! Quando Lei parla di studiosi di una certa caratura forse lei si include "modestamente" nel novero?
Per quel che riguarda il mio "cercare consensi" da individuo con "complessi da reuccio di answer" che vive in "reami di cartapesta" (com'è poetico!) le rispondo dicendo che già sapevo che per una risposta così impopolare mi avrebbero affibbiato qualche pollice verso....solo 4? su! potete fare di meglio! contatti pure qualche Suo altro caro amichetto che Le possa dar manforte (e magari si faccia pure votare, come al solito, le risposte in votazione!) ...senti chi parla di comari!
L'unico encomio che Le faccio riguarda la sua grande passione per la "Storia" dell'arte (sperando che sia autentica)... grande quasi quanto la passione che io provo per "l'Arte" (anzi LE Arti, e non solo).
In tutta onestà son fermamente convinto che una persona come Lei non possiede e non possiederà mai la sensibilità necessaria per apprezzare sinceramente e genuinamente qualsivoglia forma d'arte!
Ma ora basta, ho ben altro da fare che dare retta ad un ragazzino isterico che vuol farsi bubblicità su Answer. Nel caso non l'avesse ancora compreso, i punti che accumula su Answer non li può convertire in Facoltà per far alzare la media o i CF! Comunque chieda pure in segreteria, magari mi sbaglio.
Comunque son scemo io che spreco tempo a dar retta a certi loschi figuri.http://it.answers.yahoo.com/question/index;_ylt=An...
Salute a tutti e scusate le possibili cadute di stile.