il limite intendo sia conoscitivo sia pratico..insomma è una domanda molto vasta vorrei vedere che taglio date alla risposta..
Aggiornamento:vero!!!!!
hai perfettamente ragione e non ho scuse per un tale errore! ma..me ne sono accorta una volta inviata la domanda e non sono più riuscita a correggerlo..anche se ammetto che non avrei mai dovuto commettere un errore del genere!:-)
grazie cmq a te ed a tutti gli altri per le belle risposte,mi saranno utili in quanto vorrei trattare questo argomento nella mia tesina..
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Ho conosciuto un solo uomo peccare di ubris.
A te scoprire chi è.
Ho letto le altre risposte, sono tutte fondate e "giuste" ma non mi sento in grado di dare una risposta precisa ed esauriente al tuo quesito.
Spiego: chiedi un limite tra un'entità certa e una ignota, di cui si sa solo l'esistenza tramite tradizioni umane.
Credo in dio, puntualizzo ( non appartengo però a nessuna religione, esse sono un mezzo umano, non divino).
La risposta, dunque, varia a seconda del fatto se una persona è atea o meno.
Ti dico che per me l'uomo pecca sempre di ubris nei confronti di Dio. Sempre! Pensa al nostro stile di vita, nei confronti di noi stessi, nei confronti della realtà , nei confronti della natura e di ciò che di speciale esiste.
Viviamo in modo passivo, strumentalizzato e condizionato.
Poi in nome della religione, facciamo di tutto, andiamo contro i voleri di qualsiasi dio, semplicemente vivendo come stiamo facendo.
Vedi quindi che pecchiamo di superbia nei confronti di dio, ogni istante purtroppo.
Non ce ne rendiamo conto. Lo facciamo perchè sprechiamo la vita e rifiutiamo di accettare e comprendere questa straordinaria realtà di esistenza e scopi superiori.
Do vari nomi a Dio, uno di questi è destino.
Nei confronti del destino, ci comportiamo in modo riprovevole, non siamo in grado di sfruttare le nostre prerogative e realizzarci in funzione della ricerca in campo vita.
L'uomo peccherà sempre di ubris nei confronti di Dio perchè la sua mente è malata di apparenza e Dio, non è apparenza ma è concretezza e semplicità infinita.
Concetto che la nostra mente malata e offuscata non è in grado di comprendere perchè affetta da ubris verso qualsiasi entità esterna.
Buon pomeriggio.
P.S.
Non avere paura degli esami, deduco che sei una brava ragazza, fidati di te stessa e confida nelle tue capacità .
Non per essere invadente o scortese ma visto che fai il classico (scuola che adoro e ammiro) mi sembra giusto farti notare che qual è va senza apostrofo.
E' da queste imprecisioni che si giunge agli errori più gravi.
Di nuovo ti prego di scusarmi per la mia ubris!.
Sono un'ignorantona e non so cosa vuol dire ubris...l'ho cercato su garzanti, ma non esiste. Se me ne spieghi il significato poi vedo di rispondere.
Allora...grazie alla risposta di riki ho scoperto che ubris significa (o è simile a) superbia. (Gente...se è greco per forza non lo conosco come termine...sono un'infermiera, mica ho fatto il liceo classico!)
Quindi chiedi quando l'uomo pecca di superbia nel rapportarsi a Dio..
La mia risposta è "Mai!".
Spiego...essendo l'uomo il creatore di Dio non può peccare di superbia nel raffrontarsi alla propria creatura, semmai è Dio che pecca di superbia nel far credere all'uomo di essere creatore del proprio creatore....contorto, ma spero sia chiaro.
allora, prendiamo ad esempio l' antica Grecia, li ci sono stati molti esempi di persone che stufe di accettare il valore divino per certo hanno cercato di sfidare il dio. come ad esempio Ercole o molti altri. più si va avanti nella storia, più l' uomo si evolve, più rischia di peccare di ubris ( cioè quando vuole sentirsi superiore o eguale al dio). anche nella bibbia se ne parla, con la torre di babele che voleva toccare il cielo. poi ancora più avanti viene galileo, con le sue teorie anticlericali, e molti altri (che adesso non ricordo) tra scienziati e uomini di cultura, eppure ognuno di questi uomini che cerca di alzarsi dalla massa di incolti viene punito per aver peccato di ubris.
io credo quindi che questo peccato sia stato messo per rendere l' uomo inferiore a dio e dirgli che se solo cercherà di evolversi sarà punito, come lo furono Adamo e Eva, come lo fu prometeo e tutti gli altri
PREMETTENDO CHE IO NON CREDO IN DIO...PENSO CHE L'UOMO SIA NATO PER PECCARE E SOPRATTUTTO DI UBRIS,OGNI UOMO PECCA E SE NON PECCA SI SFORZA PER NON FARLO!!!TU HAI USATO IL TERMINE GRECO UBRIS,MA IL TERMINE UBRIS VENNE CONIETO IN EPOCA GRECA ANTICA,DOVE GLI DEI ERANO MOLTEPLICI E SI COMPORTAVANO COME ESSERI UMANI,CON UNA SOLA DIFFERENZA...ERANO IMMORTALI...GLI DEI STESSI "PECCAVANO"DI SUPERBIA,INFATTI SI CIMENTAVANO IN COMPETIZIONI(RICORDIAMO STENTORE,ARACNE,ETC...),QUINDI NON è UN TERMINE MODERNO-CATTOLICO!!!SE VOGLIAMO AMBIENTARLO AI GIORNI NOSTRI,DATO CHE DIO è IL RISULTATO DEL'UOMO,E L'UOMO è IL RISULATO DEL SUO DIO,PENSO CHE NON CI SIA ALCUNA DIFFERENZA!L'UOMO NON VUOLE PECCARE LUI STESSO DI SUPERBIA,FA PECCARE UN ALTRO PER LUI,LO RIVESTE APPOSITAMENTE DI GRANDEZZA.CHI???MA DIO!!!!CIAO!!!!!
l'uomo, creatore stesso della divinità , può andare avanti finchè vuole limitandosi a rispettare gli altri esseri umani...
è un sillogismo ovvio:
l'uomo è la divinitÃ
l'uomo è libero
la libertà è divinitÃ
e come ha detto un grande uomo (giorgio gaber) la libertà è partecipazione...con e per gli uomini (aggiungo io)...per il raggiungimento della nostra divinità ...