Sono solito usare per descrivere l'uomo contemporaneo due termini che usò più di settant'anni fa il grande filosofo Ortega y Gasset: l'uomo-massa, l'uomo medio.
E' questo tipo di uomo che costituisce il cancro della nostra società. L'uomo che crede di sapere e invece non sa nulla. L'uomo che ripete scimmiescamente ideuzze e luoghi comuni sentiti qua e là dopo averli incamerati senza il minimo vaglio critico.
Questo è l'uomo-massa, questo è l'uomo medio.
Ci sono numerosi passi del saggio La rebelíon de las masas (1930) di Ortega y Gasset in cui viene descritto un tipo di uomo simile all'attuale. Leggendo questi passi non si può non stupirsi del fatto che Ortega già coglieva nella prima metà del secolo scorso quella tendenza alla massificazione del pensiero che oggi è una realtà diffusa in ogni zona del mondo.
"Non intendo dire che l'uomo-massa sia ignaro. Quello attuale, al contrario, è più reattivo, possiede maggiori capacità intellettive di qualunque altro nel passato. Ma queste capacità non gli servono a nulla; a rigore, la vaga sensazione di possederle gli permette di chiudersi maggiormente in se stesso e di non usarle. Una volta per sempre egli consacra l'assortimento di luoghi comuni, di pregiudizi, di parvenze d'idee, o semplicemente di vocaboli vacui che il caso ha ammucchiato nella sua coscienza e, con un'audacia spiegabile soltanto con l'ingenuità, cercherà di imporli ovunque. [...] Non che l'uomo volgare ritenga d'essere eccellente e non volgare, ma che proclami e imponga il diritto della volgarità, o la volgarità come un diritto".
"L'uomo medio possiede delle "idee", però manca della funzione di pensare".
Ecco il cuore del problema. L'uomo-massa, l'uomo medio(cre) non pensa autonomamente. Prende le idee in prestito affastellando tutti i pregiudizi e luoghi comuni più diffusi nella società e cerca a sua volta di imporli a tutti gli altri, comprese le minoranze pensanti.
A mio avviso questa rovina è storicamente dovuta alla diffusione dell'istruzione (di una pessima istruzione, si intende) in larghissime fasce della popolazione. La gente si è illusa di sapere, mentre non faceva altro che ripetere pappagallescamente le idee degli altri. Con il risultato che oggi, molto di più che all'epoca di Ortega, l'uomo-massa è il vero e indiscusso dittatore.
Il compito, arduo ma non impossibile, che spetta all'uomo esterno alle masse, all'uomo ancora pensante è quello di demassificare l'uomo medio. Bisognerà produrre nell'uomo-massa un distacco da questa modalità esistenziale e il ricongiungimento con il proprio sè, con la capacità di produrre e creare pensiero in modo autonomo.
La rivoluzione neofuturista parte da questi presupposti. Risvegliare l'uomo-massa sarà il suo compito. Con il pensiero, con l'azione, con l'arte.
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Sono solito usare per descrivere l'uomo contemporaneo due termini che usò più di settant'anni fa il grande filosofo Ortega y Gasset: l'uomo-massa, l'uomo medio.
E' questo tipo di uomo che costituisce il cancro della nostra società. L'uomo che crede di sapere e invece non sa nulla. L'uomo che ripete scimmiescamente ideuzze e luoghi comuni sentiti qua e là dopo averli incamerati senza il minimo vaglio critico.
Questo è l'uomo-massa, questo è l'uomo medio.
Ci sono numerosi passi del saggio La rebelíon de las masas (1930) di Ortega y Gasset in cui viene descritto un tipo di uomo simile all'attuale. Leggendo questi passi non si può non stupirsi del fatto che Ortega già coglieva nella prima metà del secolo scorso quella tendenza alla massificazione del pensiero che oggi è una realtà diffusa in ogni zona del mondo.
"Non intendo dire che l'uomo-massa sia ignaro. Quello attuale, al contrario, è più reattivo, possiede maggiori capacità intellettive di qualunque altro nel passato. Ma queste capacità non gli servono a nulla; a rigore, la vaga sensazione di possederle gli permette di chiudersi maggiormente in se stesso e di non usarle. Una volta per sempre egli consacra l'assortimento di luoghi comuni, di pregiudizi, di parvenze d'idee, o semplicemente di vocaboli vacui che il caso ha ammucchiato nella sua coscienza e, con un'audacia spiegabile soltanto con l'ingenuità, cercherà di imporli ovunque. [...] Non che l'uomo volgare ritenga d'essere eccellente e non volgare, ma che proclami e imponga il diritto della volgarità, o la volgarità come un diritto".
"L'uomo medio possiede delle "idee", però manca della funzione di pensare".
Ecco il cuore del problema. L'uomo-massa, l'uomo medio(cre) non pensa autonomamente. Prende le idee in prestito affastellando tutti i pregiudizi e luoghi comuni più diffusi nella società e cerca a sua volta di imporli a tutti gli altri, comprese le minoranze pensanti.
A mio avviso questa rovina è storicamente dovuta alla diffusione dell'istruzione (di una pessima istruzione, si intende) in larghissime fasce della popolazione. La gente si è illusa di sapere, mentre non faceva altro che ripetere pappagallescamente le idee degli altri. Con il risultato che oggi, molto di più che all'epoca di Ortega, l'uomo-massa è il vero e indiscusso dittatore.
Il compito, arduo ma non impossibile, che spetta all'uomo esterno alle masse, all'uomo ancora pensante è quello di demassificare l'uomo medio. Bisognerà produrre nell'uomo-massa un distacco da questa modalità esistenziale e il ricongiungimento con il proprio sè, con la capacità di produrre e creare pensiero in modo autonomo.
La rivoluzione neofuturista parte da questi presupposti. Risvegliare l'uomo-massa sarà il suo compito. Con il pensiero, con l'azione, con l'arte.
Eh?
TU VUOI KEBAB?
.
non ò capito
Una variante dell'uomo falena!