ragazzi vi prego aiutatemi è urgentissimo mi potreste fare un tema sulla mamma. tipo una biografia oppure sul carettere come sono i rapporti con tua mamma. vi prego aiutatemi è urgentissimooo!! grazie
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Per ogni figlia la relazione con la propria madre è estremamente importante: questo rapporto sarà centrale durante tutta la vita ed inevitabilmente andrà ad influenzare i futuri vissuti affettivi ed interpersonali. La figura della madre è infatti un “modello” a cui fare riferimento ed apprendere per quanto riguarda aspetti come l’amore, la sessualità, il lavoro, il comportamento nella società.
Già a partire dalla nascita della bambina, ogni madre si relaziona alla figlia in funzione di quelle che sono le sue “aspettative” su di essa; è bene operare una distinzione tra quelle che sono le aspettative realistiche, e cioè funzionali allo sviluppo di una sana relazione madre-figlia, e le aspettative irrealistiche e problematiche, ossia quelle che concorrono a compensare delle carenze affettive della madre (“mia figlia sarà uguale a me, mia figlia sarà la donna perfetta, mia figlia sarà ciò che io non sono stata, voglio avere con mia figlia il rapporto che io desideravo con mia madre!).
I rapporti conflittuali madri – figlie nascono proprio quando le mamme proiettano sulle loro figlie ideali irrealistici: in questi casi la figlia può sentirsi rifiutata nella sua unicità e accettata solo quando ripete il copione che la madre inconsciamente le ha assegnato. Non è un caso che i conflitti si esasperino molto spesso nella fase adolescenziale, quando le ragazze iniziano a distinguersi dalla propria madre per quanto riguarda idee, scelte di vita e a diventare donne con una loro distinta personalità.
Se la cosa più difficile per una madre è lasciar vivere la figlia come persona nel rispetto della sua unicità, per una figlia è altrettanto complesso comunicare a sua madre “io sono diversa da te”, soprattutto quando dall’altra parte viene criticata e giudicata.
Sono molti i problemi psicologici che derivano da un rapporto disturbato fra madre e figlia: si pensi a tutte le problematiche legate al cibo (bulimia, anoressia), al sesso (gravidanze premature) o legate al mondo emotivo (ansia, depressione, perdita dell’autostima) e relazionale (dipendenza dal partner, incapacità di raggiungere autonomia e indipendenza).
Ulteriori problematiche nell’ambito della relazione madre-figlia possono scaturire dall’atteggiamento di tutte quelle madri che cercano di rivivere la loro giovinezza attraverso la vita delle loro figlie. Affette da quella che potremmo definire “sindrome della mamma-amica” queste donne cercano di essere più amiche che madri e, in nome di un rapporto “ aperto”, da amica ad amica, pretendono che la loro figlia non abbia alcun segreto, neppure sul sesso.
Ma anche le figlie hanno diritto alla loro privacy ed è assolutamente normale che preferiscano parlare di certi argomenti con le amiche piuttosto che con la madre. Ne bisogna dimenticare che ci sono momenti in cui la mamma deve porsi come figura autorevole, per esempio quando è in gioco il concetto di responsabilità (verso lo studio, verso la famiglia, verso la propria autonomia). Ciò non vuol dire che la mamma non possa essere “complice” della figlia in alcuni momenti particolarmente delicati, come ad esempio quelli legati al mondo della femminilità, come l'arrivo delle mestruazioni o la prima visita dal ginecologo.
Soprattutto nella fase adolescenziale la madre deve essenzialmente aiutare la figlia, avvalendosi della sua esperienza, e saper ascoltare più che giudicare o criticare. La figlia comprenderà più facilmente il punto di vista di sua madre se si sente capita e ne farà il suo punto di riferimento.
Flessibilità, autorevolezza e, naturalmente, affetto, questi gli elementi di una sana relazione dove la madre permette alla figlia di essere se stessa, aiutandola ad esprimere i suoi bisogni e a seguire e coltivare i propri desideri, soprattutto nei momenti in cui arrivano le crisi emotive tipiche dell’adolescenza, quando si ha un particolare bisogno di essere sostenuti ma soprattutto “indirizzati”.Sostenere un figlio, supportarlo non vuol dire lasciarlo a briglia sciolta, tutt’altro: i momenti di inquietudine, irrequietezza e di sfida vanno “contenuti” e l’abilità dell’adulto consiste proprio nel “rassicurare senza essere rigido”, adottando un comportamento “autorevole” e mai “autoritario”: infatti se l’autorevolezza è la capacità di dare delle regole motivate che permettono ai ragazzi di crescere e imparare a vivere, l’autoritarismo è l'imposizione di regole immotivate che impediscono ai figli di comunicare i loro bisogni e soprattutto ne soffocano l’espressione della personalità.
Sono le 0.46. Non ho voglia di scrivere.
Giusto per curiosità, ma secondo te una persona normale si metterebbe alle 23.15 a fare un tema, soprattutto un tema per una persona che nemmeno conosce?
Buona fortuna!!
Ps: mia mamma è morta quando avevo 5 anni, eccolo il mio tema
fossi in te prima parlerei della figura della "mamma" (come l'essere madre sia una prerogativa delle femmine di tutte le specie, cosa implica essere madri etc..)
poi parlerei di quello che affronta una mamma durante la vita di suo figlio (quando è neonato e va curato, quand è più grande e va educato, quando è adolescente e bisogna litigarci, quando bisogna assicurargli un futuro..)
poi parlerei di mia madre e del rapporto che ho con lei
e di quello che i figli dovrebbero avere con le proprie madri
quale mamma la tua o la mia
hihhhihihihihihi ma sei fuori a quest ora nessuno ha voglia di scrivere