confarsi v. intr. pron. [comp. di con- e fare] (mi confàccio, ti confài, si confà, ecc.; coniug. come fare, ma comunem. usato solo nella terza pers. sing. e pl.; rarissimo il part. pass. confatto), letter. –
1. Convenire, essere adatto: sono parole che non si confanno a persona beneducata; il colore dell’abito non si confà molto al suo viso.
2. Conferire, giovare alle condizioni fisiche: l’aria dei monti non gli si confaceva; è un cibo che si confà poco al mio stomaco.
Nella frase che scrivi tu il verbo confare ( dal latino confacere) non é transitivo infatti non regge un complemento oggetto ma un conplemento indiretto, di termine ( ti = a te)
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confarsi v. intr. pron. [comp. di con- e fare] (mi confàccio, ti confài, si confà, ecc.; coniug. come fare, ma comunem. usato solo nella terza pers. sing. e pl.; rarissimo il part. pass. confatto), letter. –
1. Convenire, essere adatto: sono parole che non si confanno a persona beneducata; il colore dell’abito non si confà molto al suo viso.
2. Conferire, giovare alle condizioni fisiche: l’aria dei monti non gli si confaceva; è un cibo che si confà poco al mio stomaco.
Nella frase che scrivi tu il verbo confare ( dal latino confacere) non é transitivo infatti non regge un complemento oggetto ma un conplemento indiretto, di termine ( ti = a te)