Ti ho acceso una stella perchè oggi si è perso davvero il significato delle due parole, qualcuno, per paura di definirsi ateo (come se tale termine avesse un connotato negativo) ha inventato la parola "laico" per intendere ciò che laico non è. E così io che sono laico, perchè sono nella Chiesa ma non sono un religioso, mi trovo in difficoltà a definirmi "laico". Bravo.
un laico crede (di solito si usa per definire un credente cristiano) ma non lascia che la sua fede influenzi le sue scelte nel campo del profano (vita di tutti i giorni)... almeno questa è la versione coniata dall'illuminismo.
Gli atei sono quelli che non credono in nessuna entità soprannaturale,i laici sono tutti coloro che non appartengono al clero(cioè non sono preti,frati o suore)e possono essere credenti o meno,insomma i due termini non sono in contrapposizione,si può essere sia atei che laici,oppure solo laici
La parola laico viene dal greco λαϊκός, laikós - uno del popolo, dalla radice λαός, laós - popolo.
Il termine ebbe in origine un uso esclusivamente religioso: riferendosi ai fedeli di una religione, veniva usato (e, nel suo senso proprio, viene usato tuttora) per indicare colui che, pur professando un dato culto, non è appartenente alla gerarchia del suo clero. L'insieme dei fedeli laici è detto laicato.
Nella Chiesa cattolica si utilizza la denominazione di laico anche per gli appartenenti ad Istituti di Vita consacrata che non sono presbiteri: cioè per coloro che, pur essendo monaci non hanno ricevuto l'ordinazione sacerdotale.
Recentemente il termine laico sta passando ad assumere il significato di "non credente", e quindi agnostico o ateo, benché quest'uso, non registrato dai dizionari, sia errato. Attualmente è usato spesso per indicare una persona che si ispira ai valori del laicismo o che si ritiene propugnatrice della laicità dello stato; "laico" è usato in opposizione a clericale (questo ultimo termine ha un significato spregiativo). Negli ultimi anni è invalso l'uso del termine spregiativo laicista con un significato simile e opposto a clericale per indicare persone che si autodefiniscono "laiche" e si comportano come anticlericali.
Per estensione, il termine laico viene usato nel contesto di professioni specializzate per riferirsi a chi non pratica la stessa professione.
Nella sua accezione più ampia, il termine ateismo (dal greco "atheos", "senza dio, privo di dio", composto dall'alfa privativo α- e da θεός, Dio) definisce la posizione sia di chi non riscontra nell'esistente alcun soggetto dotato di proprietà superiori o soprannaturali, sia di chi afferma positivamente l'impossibilità dell'esistenza di siffatti soggetti; si contrappone al teismo. Si differenzia anche dall'agnosticismo, categoria cui appartengono tutti coloro che sulla questione "sospendono" o comunque non esprimono giudizio. Da notare che in passato, con il termine ateo, alcuni credenti definivano anche, impropriamente e per lo più spregiativamente, gli appartenenti a religioni diverse dalla propria.
Ateo
Non necessariamente il termine ateismo è sinonimo di areligiosità. Può infatti darsi benissimo che vi siano atei dichiarati che credono in concetti come "forza universale" o simili, i quali pur non avendo caratteri teistici conservano comunque elementi di religiosità (posizione avvertita ma fortemente contestata da Michel Onfray, che la esclude dalla propria ateologia). Alcuni considerano il buddismo una religione atea in quanto si occupa di spiritualità ma non presuppone l'esistenza di una divinità. Alla stessa maniera ateismo non è necessariamente sinonimo di anticlericalismo, il quale si caratterizza piuttosto come movimento di opposizione all'ingerenza temporale del clero nella vita civile, e quindi può essere appannaggio anche di credenti che vogliano tenere separati i due ambiti. Inoltre vi è la posizione opposta a quella dei credenti anticlericali, la quale è invece da includere nell'ateismo, pur essendo molto particolare: è quella dei cosiddetti "atei cristianisti/teocon", i quali sostengono i valori cristiani, pur non credendo nell'esistenza del Dio cristiano.
Sebbene molti tra coloro che si dichiarano atei condividano un diffuso scetticismo di fondo verso il soprannaturale e lo spirituale, le convinzioni degli atei provengono da mille diverse fonti culturali, filosofiche, sociali e storiche, cosa questa che fa sì che non esista né un pensiero unico né una linea comune di comportamento e di azione tra gli atei.
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Ti ho acceso una stella perchè oggi si è perso davvero il significato delle due parole, qualcuno, per paura di definirsi ateo (come se tale termine avesse un connotato negativo) ha inventato la parola "laico" per intendere ciò che laico non è. E così io che sono laico, perchè sono nella Chiesa ma non sono un religioso, mi trovo in difficoltà a definirmi "laico". Bravo.
L'ateo è colui che nega l'esitenza di Dio
Il laico è colui che non appartiene al clero . politicamente l'espressione laico indica chi segue una politica libera dai condizionamenti religiosi .
un ateo nn crede in dio...i laici sn tutte le persone k nn sn preti o cmq dell'ordine religioso (possono essere tranquillamente credenti!)
un ateo non crede in niente
un laico crede (di solito si usa per definire un credente cristiano) ma non lascia che la sua fede influenzi le sue scelte nel campo del profano (vita di tutti i giorni)... almeno questa è la versione coniata dall'illuminismo.
Gli atei sono quelli che non credono in nessuna entità soprannaturale,i laici sono tutti coloro che non appartengono al clero(cioè non sono preti,frati o suore)e possono essere credenti o meno,insomma i due termini non sono in contrapposizione,si può essere sia atei che laici,oppure solo laici
ateo: chi non crede in nessuna entità superiore
laico: chi crede ma non appartiene ad un ordine religioso (sacerdote, vescovo.. nel caso del cattolicesimo)
I laici non appartengono al clero (sacerdoti, abati, frati, vescovi, arcivescovi, cardinali....) ma credono in Dio.
Gli atei non riconoscono alcuna religione e nessu Credo
Ciao
Laico
La parola laico viene dal greco λαϊκός, laikós - uno del popolo, dalla radice λαός, laós - popolo.
Il termine ebbe in origine un uso esclusivamente religioso: riferendosi ai fedeli di una religione, veniva usato (e, nel suo senso proprio, viene usato tuttora) per indicare colui che, pur professando un dato culto, non è appartenente alla gerarchia del suo clero. L'insieme dei fedeli laici è detto laicato.
Nella Chiesa cattolica si utilizza la denominazione di laico anche per gli appartenenti ad Istituti di Vita consacrata che non sono presbiteri: cioè per coloro che, pur essendo monaci non hanno ricevuto l'ordinazione sacerdotale.
Recentemente il termine laico sta passando ad assumere il significato di "non credente", e quindi agnostico o ateo, benché quest'uso, non registrato dai dizionari, sia errato. Attualmente è usato spesso per indicare una persona che si ispira ai valori del laicismo o che si ritiene propugnatrice della laicità dello stato; "laico" è usato in opposizione a clericale (questo ultimo termine ha un significato spregiativo). Negli ultimi anni è invalso l'uso del termine spregiativo laicista con un significato simile e opposto a clericale per indicare persone che si autodefiniscono "laiche" e si comportano come anticlericali.
Per estensione, il termine laico viene usato nel contesto di professioni specializzate per riferirsi a chi non pratica la stessa professione.
Nella sua accezione più ampia, il termine ateismo (dal greco "atheos", "senza dio, privo di dio", composto dall'alfa privativo α- e da θεός, Dio) definisce la posizione sia di chi non riscontra nell'esistente alcun soggetto dotato di proprietà superiori o soprannaturali, sia di chi afferma positivamente l'impossibilità dell'esistenza di siffatti soggetti; si contrappone al teismo. Si differenzia anche dall'agnosticismo, categoria cui appartengono tutti coloro che sulla questione "sospendono" o comunque non esprimono giudizio. Da notare che in passato, con il termine ateo, alcuni credenti definivano anche, impropriamente e per lo più spregiativamente, gli appartenenti a religioni diverse dalla propria.
Ateo
Non necessariamente il termine ateismo è sinonimo di areligiosità. Può infatti darsi benissimo che vi siano atei dichiarati che credono in concetti come "forza universale" o simili, i quali pur non avendo caratteri teistici conservano comunque elementi di religiosità (posizione avvertita ma fortemente contestata da Michel Onfray, che la esclude dalla propria ateologia). Alcuni considerano il buddismo una religione atea in quanto si occupa di spiritualità ma non presuppone l'esistenza di una divinità. Alla stessa maniera ateismo non è necessariamente sinonimo di anticlericalismo, il quale si caratterizza piuttosto come movimento di opposizione all'ingerenza temporale del clero nella vita civile, e quindi può essere appannaggio anche di credenti che vogliano tenere separati i due ambiti. Inoltre vi è la posizione opposta a quella dei credenti anticlericali, la quale è invece da includere nell'ateismo, pur essendo molto particolare: è quella dei cosiddetti "atei cristianisti/teocon", i quali sostengono i valori cristiani, pur non credendo nell'esistenza del Dio cristiano.
Sebbene molti tra coloro che si dichiarano atei condividano un diffuso scetticismo di fondo verso il soprannaturale e lo spirituale, le convinzioni degli atei provengono da mille diverse fonti culturali, filosofiche, sociali e storiche, cosa questa che fa sì che non esista né un pensiero unico né una linea comune di comportamento e di azione tra gli atei.
ateo=non crede in dio
laico=persona non appartenente alla chiesa, ma neppure atea, una via di mezzo insomma
ateo = non credente
laico = credente