1 Medardo di Terralba si arruola nell'esercito imperiale che combatte in Boemia contro i Turchi. All'inizio del primo capitolo, mentre si dirige all'accampamento cristiano con il suo scudiero, Curzio, gli chiede il perché di cose strane che nota durante il cammino: invece degli avvoltoi, i cadaveri sono mangiati dalle cicogne, i cavalli si impennano, ecc. Curzio spiega che gli uccelli rapaci sono morti di peste come i soldati, e le cicogne ne hanno preso il posto. I cavalli si impennano perché non sopportano l'odore delle budella dei cavalli morti. Arrivati all'accampamento cristiano, Medardo nota la presenza delle prostitute. Con sarcasmo, Curzio spiega che sono cosí appestate che non le vorrebbero nemmeno i Turchi. Poi nota degli artiglieri che setacciano il terreno. Curzio interviene di nuovo a spiegare che la polvere da sparo scarseggia e cercano di recuperarla in questo modo. Mentre Medardo osserva i soldati che fanno il pediluvio e gli ufficiali che si incipriano le ascelle, Curzio spiega che vogliono far vedere che si trovano a proprio agio nella vita militare. L'imperatore, occupato a mettere e togliere spilli da una carta geografica, accoglie Medardo con un mugolio interrogativo. Dopo che glielo hanno presentato, lo nomina tenente. Quella notte Medardo non si addormenta subito, pensando alla battaglia del giorno dopo.
2 Durante la battaglia Curzio cerca di incoraggiare Medardo dicendogli di non voltarsi indietro. Non vuole che Medardo si accorga che l'esercito cristiano è meno numeroso di quello turco. Medardo è emozionato perché finalmente potrà vedere il nemico. Quando vede i Turchi nota che sono proprio come se li aspettava, anzi, somigliano ai contadini di Terralba. Nella battaglia uccide un turco, ma poco dopo il suo cavallo viene ferito. Medardo, a causa della sua inesperienza, si mette davanti ad un cannone e viene colpito. Durante la raccolta dei morti e dei feriti, i suoi resti vengono considerati un ferito. I medici lo curano. Ma ormai è dimezzato.
3 Medardo torna a Terralba durante la vendemmia, trasportato su una lettiga. Lo accolgono tutti i membri della comunità, tranne suo padre, il vecchio visconte Aiolfo, che ormai si è ritirato in una voliera e vive con i suoi uccelli, e non esce mai. Medardo riesce ad alzarsi in piedi, appoggiato ad una stampella, e con movimenti a compasso, entra nel castello e vi si rinchiude. La balia Sebastiana è l'unica a provare compassione per lui. Gli altri provano solo sgomento. Aiolfo prova a comunicare con Medardo tramite un'averla addestrata a volare negli appartamenti del figlio e a tornare nella voliera. Medardo uccide l'averla storpiandola, e la scaglia contro la finestra del padre, che si mette a letto e muore di dolore.
4 Dopo la morte del padre, Medardo comincia ad uscire dal castello. Sebastiana dà l'allarme della sua scomparsa e i servi si mettono a inseguire le tracce per la campagna: pere, rane, funghi, tutti tagliati a metà. A un certo punto i servi si accorgono che Medardo ha gettato via tutti i funghi mangiabili. Poi capiscono il perché: Medardo ha dato tutti i funghi velenosi a un bambino, il narratore, per farlo morire avvelenato. Da questo episodio, Sebastiana arguisce che di Medardo è tornata solo la metà cattiva. Infatti quel giorno Medardo presiede un processo contro dei briganti, che hanno assalito e derubato dei forestieri. I briganti si difendono dicendo che i forestieri sono colpevoli di bracconaggio. Medardo condanna tutti a morire impiccati. Mastro Pietrochiodo costruisce una forca spettacolare in grado di impiccare tutti i condannati contemporaneamente, e siccome avanzano le funi, impiccano anche dei gatti, alternati ai condannati.
5 Il narratore racconta il tempo passato con il dottor Trelawney, un inglese naufragato a Terralba, dopo essere stato medico di bordo sulla nave del capitano Cook. Trelawney non ha interesse per i malati, preferisce studiare i fuochi fatui. Il narratore spiega le proprie origini: sua madre, figlia di Aiolfo, aveva disonorato la famiglia, fuggendo di casa con un bracconiere. Da quest'unione era nato lui. I genitori sono morti da tempo e lui è stato accolto al castello, ma non è un membro della famiglia a tutti gli effetti. Il suo compagno di avventure è quindi Trelawney. Passano il tempo andando a caccia di fuochi fatui, frequentando i cimiteri. Un giorno vengono inseguiti dai paesani, che li credono ladri sacrileghi. Nell'inseguimento si nascondono sotto una roccia, i ladri non li vedono e corrono su un ponte che cede e cadono in un precipizio. Il ponte è stato tagliato da Medardo che voleva uccidere Trelawney e il narratore.
Infatti Medardo ormai va in giro a cavallo a compiere misfatti. Un giorno promette a Trelawney di aiutarlo nei suoi studi sui fuochi fatui: il giorno dopo condanna a morte dieci contadini, e al cimitero aumentano i fuochi fatui.
Mastro Pietrochiodo costruisce gli strumenti di morte per Medardo. Anche se angosciato, continua a progettare e realizzare meccanismi s
RIASSUNTO: Il visconte Medardo di Terralba arriva insieme allo scudiero Curzio all’accampamento cristiano in Boemia per partecipare alla guerra contro i Turchi. Durante la sua prima battaglia, viene ferito e dimezzato da una palla di cannone. Viene ritrovata una sola parte, pensando che l'altra fosse andata distrutta; i medici del campo riescono a fasciarla e a ricucirla e la metà destra del visconte poté tornare a Terralba.
Una volta che ebbe preso il potere la gente si accorse che del visconte era tornata solo la metà malvagia, che, in quanto visconte compì numerosi atti malvagi: uccise l'uccello preferito da suo padre che, una volta appurata la cattiveria di suo figlio, si lasciò morire; mandò a Pratofungo, il paese dei lebbrosi, la vecchia balia Sebastiana, accusandola ingiustamente di avere la lebbra; condannò a morte numerose persone per reati banali o inesistenti; opprimeva gli ugonotti pervia della loro religione; una volta, tentò perfino di uccidere suo nipote facendogli mangiare di funghi velenosi, ma non riuscì nel suo intento. Tutto questo susseguirsi di eventi portarono la gente di Terralba a chiamarlo il Gramo. Si innamorò di Pamela, una contadinella, e a causa del suo rifiuto provocò grandi danni alla usa famiglia.
Intanto il nipote di Medardo andava in cerca di fuochi fatui per i cimiteri insieme al dottor Trelawney e aveva contatti con la balia Sebastiana a Pratofungo, che aveva trovato una cura per sottrarsi al contagio dei lebbrosi; e andava in giro per i boschi.
È proprio qui che un giorno tornò la metà sinistra del visconte: la metà buona, che salvò addirittura la vita al nipote, che stava per essere morso da un ragno. Il Buono (come venne chiamato) predicò dottrine per i poveri e i lebbrosi, e chiese di abbassare i prezzi dei prodotti agli ugonotti; per tutti, insomma, il Buono recava danni come il Gramo. Anche lui si innamorò di Pamela, che però lo rifiutava.
Il Gramo ebbe un piano molto astuto per sposare Pamela: facendola sposare con l'altra metà, di fronte alla legge avrebbe sposato Medardo di Terralba, cioè lui. Il Buono, invece, disse che lasciava la città, permettendo al Gramo di sposarla. Dissero questo uno al padre e l'altro alla madre di Pamela. Quest’ultima, però, incontrò entrambe le metà del visconte e ad ognuna disse che l’avrebbe sposata.
Arrivò il giorno del matrimonio ed entrambi erano sicuri che si sarebbero sposati con Pamela. Una volta che il Gramo appurò di avere un rivale lo sfidò a duello; dopo una serie di finte e colpi mancati, entrambe le metà tagliarono le bende e le cuciture dell'altro. Il dottor Trelawney, allora, riuscì a riunificare le due metà riformando il visconte Medardo, che felice sposò Pamela.
Il nipote di Medardo rimase a vivere al castello, dopo che il suo amico dottore si fu imbarcato sulla nave del capitano Cook.COMMENTO: Mi era già capitato di iniziare a leggere questo libro, dico “iniziare” perché, letto il primo capitolo, non sono più riuscito a continuare: il campo di guerra, l’ambiente orrido dei morti, mi hanno fatto pensare che quel libro sarebbe stato un “mortorio”. Quando, questa volta l’ho dovuto leggere per la scuola, mi sono accorto che non era come avevo creduto. Arrivato gia al secondo capitolo sapevo di aver sbagliato a valutare quel libro.
Confesso che è stato difficile arrivare a scoprire i temi che vuole trattare lo scrittore in questo libro; sembra una normalissima storia fantasiosa e umoristica. Solo alla fine si comincia a capire che l’argomento reale e nascosto nel romanzo è “l’incompletezza dell’uomo”. Lo si capisce molto chiaramente quando le due metà si innamorano della stessa ragazza: i due mezzi uomini si sentono legati alla medesima persona.
L’aspetto divertente di questo romanzo è la sostanziale differenza del comportamento delle due metà del visconte: una malvagia che terrorizzava gli abitanti di Terralba, mentre l’altra infinitamente buona che si fa odiare dagli abitanti di Terralba per la sua opprimente bontà. Questa situazione crea un quadro ironico che ravviva l’intera vicenda narrata.
Un’altra cosa che serve per chiarire anche dubbi del lettore, sono le numerose riflessioni che ha il nipote di Medardo mentre racconta: anche se sono abbastanza personali, in queste vengono rispecchiati alcuni pensieri degli altri personaggi. Queste riflessioni interiori, inoltre, stimolano l’attenzione del lettore e facilitano la comprensione dei fatti senza limitare il crearsi di domande o opinioni personali del lettore.
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1 Medardo di Terralba si arruola nell'esercito imperiale che combatte in Boemia contro i Turchi. All'inizio del primo capitolo, mentre si dirige all'accampamento cristiano con il suo scudiero, Curzio, gli chiede il perché di cose strane che nota durante il cammino: invece degli avvoltoi, i cadaveri sono mangiati dalle cicogne, i cavalli si impennano, ecc. Curzio spiega che gli uccelli rapaci sono morti di peste come i soldati, e le cicogne ne hanno preso il posto. I cavalli si impennano perché non sopportano l'odore delle budella dei cavalli morti. Arrivati all'accampamento cristiano, Medardo nota la presenza delle prostitute. Con sarcasmo, Curzio spiega che sono cosí appestate che non le vorrebbero nemmeno i Turchi. Poi nota degli artiglieri che setacciano il terreno. Curzio interviene di nuovo a spiegare che la polvere da sparo scarseggia e cercano di recuperarla in questo modo. Mentre Medardo osserva i soldati che fanno il pediluvio e gli ufficiali che si incipriano le ascelle, Curzio spiega che vogliono far vedere che si trovano a proprio agio nella vita militare. L'imperatore, occupato a mettere e togliere spilli da una carta geografica, accoglie Medardo con un mugolio interrogativo. Dopo che glielo hanno presentato, lo nomina tenente. Quella notte Medardo non si addormenta subito, pensando alla battaglia del giorno dopo.
2 Durante la battaglia Curzio cerca di incoraggiare Medardo dicendogli di non voltarsi indietro. Non vuole che Medardo si accorga che l'esercito cristiano è meno numeroso di quello turco. Medardo è emozionato perché finalmente potrà vedere il nemico. Quando vede i Turchi nota che sono proprio come se li aspettava, anzi, somigliano ai contadini di Terralba. Nella battaglia uccide un turco, ma poco dopo il suo cavallo viene ferito. Medardo, a causa della sua inesperienza, si mette davanti ad un cannone e viene colpito. Durante la raccolta dei morti e dei feriti, i suoi resti vengono considerati un ferito. I medici lo curano. Ma ormai è dimezzato.
3 Medardo torna a Terralba durante la vendemmia, trasportato su una lettiga. Lo accolgono tutti i membri della comunità, tranne suo padre, il vecchio visconte Aiolfo, che ormai si è ritirato in una voliera e vive con i suoi uccelli, e non esce mai. Medardo riesce ad alzarsi in piedi, appoggiato ad una stampella, e con movimenti a compasso, entra nel castello e vi si rinchiude. La balia Sebastiana è l'unica a provare compassione per lui. Gli altri provano solo sgomento. Aiolfo prova a comunicare con Medardo tramite un'averla addestrata a volare negli appartamenti del figlio e a tornare nella voliera. Medardo uccide l'averla storpiandola, e la scaglia contro la finestra del padre, che si mette a letto e muore di dolore.
4 Dopo la morte del padre, Medardo comincia ad uscire dal castello. Sebastiana dà l'allarme della sua scomparsa e i servi si mettono a inseguire le tracce per la campagna: pere, rane, funghi, tutti tagliati a metà. A un certo punto i servi si accorgono che Medardo ha gettato via tutti i funghi mangiabili. Poi capiscono il perché: Medardo ha dato tutti i funghi velenosi a un bambino, il narratore, per farlo morire avvelenato. Da questo episodio, Sebastiana arguisce che di Medardo è tornata solo la metà cattiva. Infatti quel giorno Medardo presiede un processo contro dei briganti, che hanno assalito e derubato dei forestieri. I briganti si difendono dicendo che i forestieri sono colpevoli di bracconaggio. Medardo condanna tutti a morire impiccati. Mastro Pietrochiodo costruisce una forca spettacolare in grado di impiccare tutti i condannati contemporaneamente, e siccome avanzano le funi, impiccano anche dei gatti, alternati ai condannati.
5 Il narratore racconta il tempo passato con il dottor Trelawney, un inglese naufragato a Terralba, dopo essere stato medico di bordo sulla nave del capitano Cook. Trelawney non ha interesse per i malati, preferisce studiare i fuochi fatui. Il narratore spiega le proprie origini: sua madre, figlia di Aiolfo, aveva disonorato la famiglia, fuggendo di casa con un bracconiere. Da quest'unione era nato lui. I genitori sono morti da tempo e lui è stato accolto al castello, ma non è un membro della famiglia a tutti gli effetti. Il suo compagno di avventure è quindi Trelawney. Passano il tempo andando a caccia di fuochi fatui, frequentando i cimiteri. Un giorno vengono inseguiti dai paesani, che li credono ladri sacrileghi. Nell'inseguimento si nascondono sotto una roccia, i ladri non li vedono e corrono su un ponte che cede e cadono in un precipizio. Il ponte è stato tagliato da Medardo che voleva uccidere Trelawney e il narratore.
Infatti Medardo ormai va in giro a cavallo a compiere misfatti. Un giorno promette a Trelawney di aiutarlo nei suoi studi sui fuochi fatui: il giorno dopo condanna a morte dieci contadini, e al cimitero aumentano i fuochi fatui.
Mastro Pietrochiodo costruisce gli strumenti di morte per Medardo. Anche se angosciato, continua a progettare e realizzare meccanismi s
RIASSUNTO: Il visconte Medardo di Terralba arriva insieme allo scudiero Curzio all’accampamento cristiano in Boemia per partecipare alla guerra contro i Turchi. Durante la sua prima battaglia, viene ferito e dimezzato da una palla di cannone. Viene ritrovata una sola parte, pensando che l'altra fosse andata distrutta; i medici del campo riescono a fasciarla e a ricucirla e la metà destra del visconte poté tornare a Terralba.
Una volta che ebbe preso il potere la gente si accorse che del visconte era tornata solo la metà malvagia, che, in quanto visconte compì numerosi atti malvagi: uccise l'uccello preferito da suo padre che, una volta appurata la cattiveria di suo figlio, si lasciò morire; mandò a Pratofungo, il paese dei lebbrosi, la vecchia balia Sebastiana, accusandola ingiustamente di avere la lebbra; condannò a morte numerose persone per reati banali o inesistenti; opprimeva gli ugonotti pervia della loro religione; una volta, tentò perfino di uccidere suo nipote facendogli mangiare di funghi velenosi, ma non riuscì nel suo intento. Tutto questo susseguirsi di eventi portarono la gente di Terralba a chiamarlo il Gramo. Si innamorò di Pamela, una contadinella, e a causa del suo rifiuto provocò grandi danni alla usa famiglia.
Intanto il nipote di Medardo andava in cerca di fuochi fatui per i cimiteri insieme al dottor Trelawney e aveva contatti con la balia Sebastiana a Pratofungo, che aveva trovato una cura per sottrarsi al contagio dei lebbrosi; e andava in giro per i boschi.
È proprio qui che un giorno tornò la metà sinistra del visconte: la metà buona, che salvò addirittura la vita al nipote, che stava per essere morso da un ragno. Il Buono (come venne chiamato) predicò dottrine per i poveri e i lebbrosi, e chiese di abbassare i prezzi dei prodotti agli ugonotti; per tutti, insomma, il Buono recava danni come il Gramo. Anche lui si innamorò di Pamela, che però lo rifiutava.
Il Gramo ebbe un piano molto astuto per sposare Pamela: facendola sposare con l'altra metà, di fronte alla legge avrebbe sposato Medardo di Terralba, cioè lui. Il Buono, invece, disse che lasciava la città, permettendo al Gramo di sposarla. Dissero questo uno al padre e l'altro alla madre di Pamela. Quest’ultima, però, incontrò entrambe le metà del visconte e ad ognuna disse che l’avrebbe sposata.
Arrivò il giorno del matrimonio ed entrambi erano sicuri che si sarebbero sposati con Pamela. Una volta che il Gramo appurò di avere un rivale lo sfidò a duello; dopo una serie di finte e colpi mancati, entrambe le metà tagliarono le bende e le cuciture dell'altro. Il dottor Trelawney, allora, riuscì a riunificare le due metà riformando il visconte Medardo, che felice sposò Pamela.
Il nipote di Medardo rimase a vivere al castello, dopo che il suo amico dottore si fu imbarcato sulla nave del capitano Cook.COMMENTO: Mi era già capitato di iniziare a leggere questo libro, dico “iniziare” perché, letto il primo capitolo, non sono più riuscito a continuare: il campo di guerra, l’ambiente orrido dei morti, mi hanno fatto pensare che quel libro sarebbe stato un “mortorio”. Quando, questa volta l’ho dovuto leggere per la scuola, mi sono accorto che non era come avevo creduto. Arrivato gia al secondo capitolo sapevo di aver sbagliato a valutare quel libro.
Confesso che è stato difficile arrivare a scoprire i temi che vuole trattare lo scrittore in questo libro; sembra una normalissima storia fantasiosa e umoristica. Solo alla fine si comincia a capire che l’argomento reale e nascosto nel romanzo è “l’incompletezza dell’uomo”. Lo si capisce molto chiaramente quando le due metà si innamorano della stessa ragazza: i due mezzi uomini si sentono legati alla medesima persona.
L’aspetto divertente di questo romanzo è la sostanziale differenza del comportamento delle due metà del visconte: una malvagia che terrorizzava gli abitanti di Terralba, mentre l’altra infinitamente buona che si fa odiare dagli abitanti di Terralba per la sua opprimente bontà. Questa situazione crea un quadro ironico che ravviva l’intera vicenda narrata.
Un’altra cosa che serve per chiarire anche dubbi del lettore, sono le numerose riflessioni che ha il nipote di Medardo mentre racconta: anche se sono abbastanza personali, in queste vengono rispecchiati alcuni pensieri degli altri personaggi. Queste riflessioni interiori, inoltre, stimolano l’attenzione del lettore e facilitano la comprensione dei fatti senza limitare il crearsi di domande o opinioni personali del lettore.