Pirandello in "Cosi' è se vi pare" mette il punto sulla verita'. Chi puo' dire cosa sia vero? nessuno perche' ognuno vede la vita e la interpreta a modo suo quindi non esiste una verita' ma centomila verita' cioe' quella che per ognuno è. Una verita' soggettiva mai oggettiva.
Sicuramente è una delle prime opere che Pirandello incentra sul conflitto tra apparenza e realtà, tra il parere e l’essere.
In una cittadina di provincia, arrivano il signor Ponza, sua moglie, e la signora Frola, sua suocera. Quest’ultima però abita sola, anziché con la propria figlia, che anzi non può vedere se non affacciata alla finestra, e con cui non può comunicare se non per mezzo di biglietti calati in un paniere.
La piccola comunità, pettegola e curiosa, arde dal desiderio di conoscere la verità sulla faccenda.
La signora Frola, infatti, racconta che i familiari del genero sono tutti morti in un terremoto, e che il poverino, rimasto solo, è talmente preso da amore e gelosia nei confronti della moglie, da impedire persino a lei, la madre, di avvicinarla. Ma, poverino, non è cattivo: è fatto così, e non bisogna contrariarlo, ma al contrario assecondarlo.
Ma ecco che spunta il signor Ponza, ad avvertire che la povera signora Frola è pazza: crede la propria figlia viva, mentre invece è morta da 4 anni, e per fortuna la sua seconda moglie è tanto buona da aver acconsentito allo stratagemma della gelosia, per non fare morire la povera donna dal dolore. Ma, si raccomanda il signor Ponza: silenzio!
E già qui la comunità si divide in due: chi crede al signor Ponza, e chi crede alla signora Frola.
Ma ecco che risalta fuori la signora Frola, a dare un’altra versione ancora dei fatti: la sua figliola si era, sì, ammalata, ma si è poi perfettamente ristabilita. Ma il povero signor Ponza, sconvolto dal dolore, l’ha creduta morta, e non ha poi voluto per niente al mondo riconoscerla, tanto da pensare di aver preso in moglie in seconde nozze un’altra donna, che invece in realtà altri non è che la sua prima sposa.
Ma insomma, si può sapere qual è la verità? I curiosi non si danno per vinti, ricorrono persino ad indagini anagrafiche nel paese di origine della strana famiglia, ma, ahimè, senza frutto. Non rimane che un’ultima possibilità: chiamare a testimone la signora Ponza. Questo risolverà ogni dubbio.
Ed ecco la signora, coperta di veli, che dovrebbe finalmente svelare la verità: “La verità? E’ solo questa: che io sono, sì, la figlia della signora Frola – e la seconda moglie del signor Ponza – sì, e per me nessuna! Nessuna! Per me, IO SONO COLEI CHE MI SI CREDE”.
E mentre tutti rimangono stupiti e delusi, solo uno se la ride a crepapelle: il signor Laudisi, quasi voce dell’autore, che ha assistito al tutto, ma sempre, fin dall’inizio, sostenendo che la verità non esiste, che ‘essere’ e ‘parere’ sono la medesima cosa, poiché ESISTE SOLO CIO’ CHE NOI CREDIAMO CHE ESISTA.
PEr la Trappola, Questa novella si svolge come un discorso interiore di un uomo, Fabrizio, convinto che la vita sia una Trappola perché conduce sempre alla morte. L’uomo è diviso tra la vita e l’apparenza, la forma. La forma è un concetto fondamentale in Pirandello perché l’uomo secondo lui, non è mai sé stesso ma si sforza di recitare sempre una parte. Per Fabrizio, le donne sono lo strumento diabolico del destino perché attirano l’uomo spingendolo a riprodursi e a generare altri infelici che saranno comunque in Trappola. Anche lui è stato sedotto da una donna sposata, che non poteva avere figli e che ha strappato a lui una gravidanza per poi andarsene con il marito. Fabrizio rimarrà da solo con il vecchio padre malato e paralizzato, condannato a quella sorte dal padre di suo padre che inconsapevolmente lo ha generato 76 anni prima. Per Fabrizio, infatti ogni genitore è il boia della creatura che genera e che dice di amare perché la condanna a morte
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Pirandello in "Cosi' è se vi pare" mette il punto sulla verita'. Chi puo' dire cosa sia vero? nessuno perche' ognuno vede la vita e la interpreta a modo suo quindi non esiste una verita' ma centomila verita' cioe' quella che per ognuno è. Una verita' soggettiva mai oggettiva.
Sicuramente è una delle prime opere che Pirandello incentra sul conflitto tra apparenza e realtà, tra il parere e l’essere.
In una cittadina di provincia, arrivano il signor Ponza, sua moglie, e la signora Frola, sua suocera. Quest’ultima però abita sola, anziché con la propria figlia, che anzi non può vedere se non affacciata alla finestra, e con cui non può comunicare se non per mezzo di biglietti calati in un paniere.
La piccola comunità, pettegola e curiosa, arde dal desiderio di conoscere la verità sulla faccenda.
La signora Frola, infatti, racconta che i familiari del genero sono tutti morti in un terremoto, e che il poverino, rimasto solo, è talmente preso da amore e gelosia nei confronti della moglie, da impedire persino a lei, la madre, di avvicinarla. Ma, poverino, non è cattivo: è fatto così, e non bisogna contrariarlo, ma al contrario assecondarlo.
Ma ecco che spunta il signor Ponza, ad avvertire che la povera signora Frola è pazza: crede la propria figlia viva, mentre invece è morta da 4 anni, e per fortuna la sua seconda moglie è tanto buona da aver acconsentito allo stratagemma della gelosia, per non fare morire la povera donna dal dolore. Ma, si raccomanda il signor Ponza: silenzio!
E già qui la comunità si divide in due: chi crede al signor Ponza, e chi crede alla signora Frola.
Ma ecco che risalta fuori la signora Frola, a dare un’altra versione ancora dei fatti: la sua figliola si era, sì, ammalata, ma si è poi perfettamente ristabilita. Ma il povero signor Ponza, sconvolto dal dolore, l’ha creduta morta, e non ha poi voluto per niente al mondo riconoscerla, tanto da pensare di aver preso in moglie in seconde nozze un’altra donna, che invece in realtà altri non è che la sua prima sposa.
Ma insomma, si può sapere qual è la verità? I curiosi non si danno per vinti, ricorrono persino ad indagini anagrafiche nel paese di origine della strana famiglia, ma, ahimè, senza frutto. Non rimane che un’ultima possibilità: chiamare a testimone la signora Ponza. Questo risolverà ogni dubbio.
Ed ecco la signora, coperta di veli, che dovrebbe finalmente svelare la verità: “La verità? E’ solo questa: che io sono, sì, la figlia della signora Frola – e la seconda moglie del signor Ponza – sì, e per me nessuna! Nessuna! Per me, IO SONO COLEI CHE MI SI CREDE”.
E mentre tutti rimangono stupiti e delusi, solo uno se la ride a crepapelle: il signor Laudisi, quasi voce dell’autore, che ha assistito al tutto, ma sempre, fin dall’inizio, sostenendo che la verità non esiste, che ‘essere’ e ‘parere’ sono la medesima cosa, poiché ESISTE SOLO CIO’ CHE NOI CREDIAMO CHE ESISTA.
PEr la Trappola, Questa novella si svolge come un discorso interiore di un uomo, Fabrizio, convinto che la vita sia una Trappola perché conduce sempre alla morte. L’uomo è diviso tra la vita e l’apparenza, la forma. La forma è un concetto fondamentale in Pirandello perché l’uomo secondo lui, non è mai sé stesso ma si sforza di recitare sempre una parte. Per Fabrizio, le donne sono lo strumento diabolico del destino perché attirano l’uomo spingendolo a riprodursi e a generare altri infelici che saranno comunque in Trappola. Anche lui è stato sedotto da una donna sposata, che non poteva avere figli e che ha strappato a lui una gravidanza per poi andarsene con il marito. Fabrizio rimarrà da solo con il vecchio padre malato e paralizzato, condannato a quella sorte dal padre di suo padre che inconsapevolmente lo ha generato 76 anni prima. Per Fabrizio, infatti ogni genitore è il boia della creatura che genera e che dice di amare perché la condanna a morte