"Essere o non essere, qui sta il problema: è più degno patire gli strali, i colpi di balestra di una fortuna oltraggiosa, o prendere armi contro un mare di affanni, e contrastandoli porre fine a tutto? Morire... dormire. Sognare, forse... (ecc.)"
A me pare chiarissimo. La "fortuna oltraggiosa" (o "sorte contraria") va o stoicamente sopportata, oppure si esce lancia in resta cercando di combatterla, pur sapendo però che si tratta di una lotta contro i mulini a vento. "Essere" è rimanere fedeli a se stessi, come ti hanno già risposto (sia pure con altre parole), "non essere" è prostituirsi alla società. Io scelgo la prima soluzione.
Credo che, se pensiamo ad Amleto, la parola "essere" potrebbe essere sostituita con la parola "agire". Allora diventerebbe tutto più chiaro anche per quel che riguarda la società attuale. Quante volte non facciamo niente o facciamo solo quello che ci si aspetta da noi, seguendo il flusso, piuttosto che "agire" secondo il nostro istinto, il nostro buon senso e la nostra capacita di distinguere indubbiamente fra bene e male?
Guarda me lo sono sempre chiesto anche io....dovremmo chiedere a Shakespeare. Scherzi a parte..! Il dilemma è essere o non essere, per cui io penso che voglia dire.." trovare il coraggio per essere quello che sono davvero con tutti i rischi che ci potrebbero essere, agire secondo quello che sento non uniformandomi alla massa, oppure non essere, annullarmi come individuo, facendomi trasportare dalla passività e dalla ripetitività per un'implicita paura di agire secondo i miei principi e quindi essere?...comunque potrebbe dire tantissime cose ancora...bella domanda..Ciao!
Se proprio vuoi divertirti circa i vari, possibili, assortiti dilemmi circa l'Essere e la Natura dell'Essere, puoi sbizzarirti considerando il celeberrimo Quesito Ontologico di Parmenide, il grande filosofo pre-Socratico di Elea. Ecco la sua bella definizione : "l'Essere è, il Non-Essere non è, ed è impossibile che l'Essere non sia". Buon divertimento !
per me è meglio essere, perchè lo interpreto come "vivere la vita attimo per attimo, godendotela fino in fondo, senza pensare alle conseguenze di cio che stai facendo, e rialzandoti dopo ogni sbaglio.." mentre non essere lo interpreto come "vivere la vita secondo uno schema ben preciso, con rigide regole da rispettare..ma qsta non è vita..credimi"..
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"Essere o non essere, qui sta il problema: è più degno patire gli strali, i colpi di balestra di una fortuna oltraggiosa, o prendere armi contro un mare di affanni, e contrastandoli porre fine a tutto? Morire... dormire. Sognare, forse... (ecc.)"
A me pare chiarissimo. La "fortuna oltraggiosa" (o "sorte contraria") va o stoicamente sopportata, oppure si esce lancia in resta cercando di combatterla, pur sapendo però che si tratta di una lotta contro i mulini a vento. "Essere" è rimanere fedeli a se stessi, come ti hanno già risposto (sia pure con altre parole), "non essere" è prostituirsi alla società. Io scelgo la prima soluzione.
Essere: io sono e esisto.
Non essere: io esisto ma divento invisibile.
In questa società prevale molto la seconda anche se non sembra. Quando uno è famoso si dice beh sicuramente è la prima possibilità (essere) invece è non essere perché ha perso sé stesso.
Credo che, se pensiamo ad Amleto, la parola "essere" potrebbe essere sostituita con la parola "agire". Allora diventerebbe tutto più chiaro anche per quel che riguarda la società attuale. Quante volte non facciamo niente o facciamo solo quello che ci si aspetta da noi, seguendo il flusso, piuttosto che "agire" secondo il nostro istinto, il nostro buon senso e la nostra capacita di distinguere indubbiamente fra bene e male?
per essere intendo essere me stessa.. per non essere, non essere me stessa.. quindi la differenza tra una persona vera e una falsa.. credo sia cosi
Per essere si intende la consapevolezza della propria esistenza.
Può una cosa essere consapevole della propria esistenza?
Eppure esiste.
Dopo la nostra morte saremo consapevoli della nostra esistenza? Nessuno è mai tornato per raccontarcelo.
Il vero dilemma io credo sia proprio questo.
è più degno patire gli strali,i colpi di balestra di una fortuna oltraggioso o prendere armi contro un mare di affanni e contrastandoli por fine a tutto?morire.dormire.non altro e con il sonno dire che si è messo fine alle fitte del cuore a ogni infermità naturale alla carne,grazia da chiedere devotamente.Morire. dormire. dormire?Sognare forse.Ecco il punto perchè nel sonno di morte quali sogni intervengano a noi sciolti da questo viluppo è pensiero che deve arrestarci. Ecco il dubbio che tiene in vita a così tarda età gli infelici,perchè chi vorrebbe subire la sferza e gli sputi del tempo, i torti dell'oppressore, contumelie dall'uomo arrogante, pene per l'amore sprezzato, remore in luogo di legge, gli uffici e la loro insolenza e gli oltraggi che il merito paziente ha inflitti dalla iniquità ,quando egli stesso,nient'altro che con un pugnale potrebbe far la sua pace?Chi vorrebbe portare some,gemere,smaniare sotto una vita opprimente se lo sgomento di qualcosa dopo la morte,l'inesplorato dei continenti dalla cui frontiera non c'è viaggiatore che torni ,non intrigasse la volontà facendo preferire il peso dei mali presenti al volo verso altri di cui non si sa?é la coscienza che ci fa vili,noi quanti siamo.così la tinta nativa della risoluzione si stempera sulla fiacca paletta del pensiero,imprese di grande flusso e momento insabbiano il loro corso e perdono il nome di azione.........
shakespeare a parte è un vero dilemma!Io sono per l'essere,per il non aver paura delle conseguenze!
Guarda me lo sono sempre chiesto anche io....dovremmo chiedere a Shakespeare. Scherzi a parte..! Il dilemma è essere o non essere, per cui io penso che voglia dire.." trovare il coraggio per essere quello che sono davvero con tutti i rischi che ci potrebbero essere, agire secondo quello che sento non uniformandomi alla massa, oppure non essere, annullarmi come individuo, facendomi trasportare dalla passività e dalla ripetitività per un'implicita paura di agire secondo i miei principi e quindi essere?...comunque potrebbe dire tantissime cose ancora...bella domanda..Ciao!
Se proprio vuoi divertirti circa i vari, possibili, assortiti dilemmi circa l'Essere e la Natura dell'Essere, puoi sbizzarirti considerando il celeberrimo Quesito Ontologico di Parmenide, il grande filosofo pre-Socratico di Elea. Ecco la sua bella definizione : "l'Essere è, il Non-Essere non è, ed è impossibile che l'Essere non sia". Buon divertimento !
bella domanda..
per me è meglio essere, perchè lo interpreto come "vivere la vita attimo per attimo, godendotela fino in fondo, senza pensare alle conseguenze di cio che stai facendo, e rialzandoti dopo ogni sbaglio.." mentre non essere lo interpreto come "vivere la vita secondo uno schema ben preciso, con rigide regole da rispettare..ma qsta non è vita..credimi"..
spero di essere stata chiara..
bacio!! (ti ho acceso una stellina!!)