Con il termine ermetismo si intende una poesia chiusa (ermetica) e volutamente complessa, attraverso un susseguirsi di analogie difficilmente interpretabili, fatte a sfiorare un noumeno spesso insondabile. Questo termine fa anche riferimento alla figura magico-mistica di Ermete Trismegisto (tre volte Grande), al quale erano stati attribuiti testi misterici e spirituali del II-III secolo dopo Cristo, ispirandosi all'antica sapienza egizia, celata nell'enigmatico linguaggio dei geroglifici.
La chiusura dell'ermetismo è una presa di posizione contro la manipolabilità e la facilità comunicativa della nascente società di massa, che si esplica nella propaganda dei regimi dittatoriali (come il fascismo) sorti dopo la prima guerra mondiale. La poesia, allora, si rinchiude e si assume il compito di ridare un senso alla parola, di risemantizzarla, di usarla solo quando necessaria.
I poeti ermetici perseguono l'ideale di una “poesia libera pura” da ogni finalità pratica, senza scopo educativo. Il tema centrale della poesia ermetica è il senso della solitudine disperata dell'uomo moderno che ha perduto fede negli antichi valori, nei miti della civiltà romantica e positivistica e non ha più certezze a cui ancorarsi saldamente. Egli vive in un mondo incomprensibile sconvolto dalle guerre e offeso dalle dittature per tanto il poeta ha una visione della vita sfiduciata, priva di illusioni. Costoro rifiutano la parola come atto di comunicazione per lasciarle solo il carattere evocativo. La poesia degli ermetici è una poesia di stati d'animo, di ripiegamento interiore espresso in un tono raccolto e sommesso, con un linguaggio raffinato ed evocativo che sfuma ogni riferimento diretto all'esperienza in un gioco di allusioni.
All'interno dell'Ermetismo sono presenti due filoni: Cattolico o Purista e Laico o Storicista. Nel primo filone è presente il tema dell'"assenza" che è anche "attesa" verso una figura salvifica, nel filone purista l'analogia risulta essere complessa,in quanto è più lontana dalla realtà . Nel filone Storicista, invece, l'analogia è più vicina alla realtà . Questi due filoni non sono contrapposti ma vicini.
Gli ermetici si servono della forma dell'analogia per rappresentare la condizione tragica dell'esistenza umana isolandosi in uno spazio interiore a difesa dalla retorica fascista.
I poeti Ermetici si ispirarono al secondo libro di Ungaretti, ovvero "Sentimento del Tempo", ed alle analogie complesse in esso contenute; quindi possiamo considerare Ungaretti come precursore degli Ermetici.
Nel campo della critica ermetica autorevole fu la figura di Carlo Bo che, con il suo discorso La letteratura come vita del 1938, scrisse il vero manifesto ermetico parlando di poesia intesa come momento dell'assoluto. Tra gli altri teorici e critici dell'ermetismo si ricordano Oreste Macrì, Giansiro Ferrata, Luciano Anceschi e lo stesso Mario Luzi.
Nella seconda metà degli anni trenta maturarono a Firenze, intorno alla rivista Frontespizio e Solaria, un vero gruppo di ermetici che, prendendo come riferimento Ungaretti, Quasimodo e Onofri, si rifacevano direttamente al simbolismo europeo e si affacciavano alle più recenti esperienze di quegli anni, come al surrealismo e all'esistenzialismo
Lo stile difficile e chiuso nella ricerca della forma analogica, insieme all'approfondimento di una nascosta esperienza interiore, contraddistinse questo gruppo che, rifiutando in modo diretto ogni impegno politico e sociale , cercava di staccarsi dalla cultura fascista. Tra questi giovani intellettuali, alcuni assunsero posizioni antifasciste come Romano Bilenchi, Elio Vittorini, Alfonso Gatto e Vasco Pratolini. La tradizione è la migliore alleata dell'ermetismo.
---------La vita burrascosa di Salvatore Quasimodo
Di Danilo Ruocco
Nato a Modica nel 1901 da Gaetano e Clotilde Ragusa, Salvatore Quasimodo, conseguito il diploma di geometra nel 1919, lascia la Sicilia alla volta di Roma, dove vive, more uxorio, con Bice Donetti, di circa otto anni più anziana di lui.
Sposata, nel 1926, la Donetti, nel 1929 – su invito del cognato Elio Vittorini (marito della sorella Rosa) – si sposta a Firenze, dove, tra gli altri, conosce Eugenio Montale.
L’anno seguente esce Acque e terre il suo primo volume di liriche, subito accolto favorevolmente da pubblico e critica. Vennero, poi (non se ne citano che alcuni) Oboe sommerso (1932); Erato e Apollion (1936); la raccolta mondadoriana Ed è subito sera (1942); Giorno dopo giorno (1947); La
La parola degli ermetici dilata il suo valore evocativo e si muove in uno spazio atemporale in cui le linee di forza sono rintracciabili lungo i solchi intricati e allusivi delle metafore e delle analogie, che sembrano aprire a un linguaggio esoterico.
La concentrazione linguistica e la protettiva ambiguità delle parole spiegano come l'etichetta di 'ermetismo' abbia avuto successo. Il termine, che sottolinea la chiusura quasi iniziatica del testo poetico, risale all'uso fattone nel 1935 dal critico crociano Francesco Flora. In seguito passò a indicare tutta la nuova poesia italiana con l'eccezione di Umberto Saba, ed è stato quindi applicato anche a Giuseppe Ungaretti e a Eugenio Montale. Oggi si preferisce impiegarlo per indicare poeti quali Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto, Leonardo Sinisgalli, Mario Luzi, Piero Bigongiari.
L'ermetismo contribuì ad avvicinare la poesia italiana alla cultura europea e, nonostante la sua tendenza a un'aristocratica autoreferenzialità , ha lasciato i segni anche in giovani che poi hanno battuto altre strade e che hanno maturato posizioni antifasciste quali, oltre al già citato Alfonso Gatto, Romano Bilenchi, Elio Vittorini e Vasco Pratolini. Il superamento e la liquidazione dell'ermetismo avvennero, non senza qualche ingenerosità nei confronti di questa corrente, al tempo del neorealismo e dell'impegno sociale e politico nel secondo dopoguerra.
--------
Quasimodo, Salvatore (Modica, Ragusa 1901 - Napoli 1968), poeta, traduttore e critico italiano, esponente di spicco del movimento ermetico. Cominciò a scrivere versi giovanissimo, all'età di quindici anni. Dopo il conseguimento, nel 1919, del diploma di maturità tecnica a Messina, si trasferì a Roma per continuare gli studi, che fu costretto ad abbandonare per problemi economici. Figura importante della giovinezza fu monsignor Rampolla del Tindaro, che gli insegnò il greco e il latino.
Negli anni Trenta si stabilì a Firenze, presso il cognato Elio Vittorini. Qui conobbe Eugenio Montale, Arturo Loria, Alessandro Bonsanti e il gruppo di scrittori legato a 'Solaria', rivista sulla quale pubblicò altre poesie. La prima raccolta, Acque e terre, è del 1930; nel 1932 uscì Oboe sommerso. Trasferitosi a Milano, fu assunto dal settimanale 'Tempo' e insegnò al Conservatorio.
Con Erato e Apollion (1936), Nuove poesie 1936-1942 (1942; confluite nello stesso anno nel volume Ed è subito sera), La vita non è sogno (1949), Falso e vero verde (1949-1955), la sua fama di poeta crebbe progressivamente, e i premi letterari si moltiplicarono, fino al conferimento del Nobel per la letteratura nel 1959.
Molto importanti sono le traduzioni raccolte nel volume Lirici greci (1940), in cui la sua vocazione alla semplicità e all'eleganza trova nei testi antichi il luogo ideale in cui esercitarsi. A queste sarebbero poi seguite, tra le altre, le traduzioni di Omero, Virgilio e Catullo, ma anche di Shakespeare e Neruda, e la pubblicazione delle antologie Lirica d’amore italiana dalle origini ai nostri giorni (1957) e Poesia italiana del dopoguerra (1958). La produzione critica include un saggio sulla funzione politica del poeta (Il poeta e il politico, 1960, discorso di accettazione del premio Nobel) e una serie di scritti sul teatro apparsi originariamente in 'Omnibus' e 'Il Tempo' e poi parzialmente raccolti in volume nel 1961.
Mentre nella prima fase della sua evoluzione il poeta aveva mostrato predilezione per le immagini rarefatte e per l'ambientazione in una Sicilia dal sapore mitico, che lo avvicinò all’ermetismo, in seguito la sua opera cominciò a riflettere in modo più diretto l'opposizione al regime fascista e l'orrore della guerra, particolarmente in Giorno dopo giorno (1947). In seguito prevalse un andamento di carattere narrativo, non di rado legato a temi di cronaca.
1930 Acque e terre Raccolta poetica; alcune poesie confluirono poi in Erato e Apollion
L' ermetismo è una corrente italiana del primo '900. Interessa in special modo la letteratura e la musica. La prima raccolta di poesie ermetiche è Il porto sepolto di Ungaretti. Questa raccolta si riallaccia al romanticismo, precisamente alla solitudine dell' artista e dell' uomo.
I poeti ermetici ripudiano la retorica nazionalistica, storica e sessuale, e hanno anche perso la fiducia nel mondo. La grande guerra aveva distrutto quella fiiducia nell' uomo e nel mondo da far chiudere i poeti in un loro mondo personale.
Ai poeti ermetici interessa la scelta delle parole e le loro poesie non seguono le regole della poesia classica, infatti assomigliano a prose. La poesia è intensa e riesce ad esprimere immediatamente ciò che l' autore vuole manifestare e reppresentare. Il poeta, mediante la parola, esprime la realtà . I loro testi sono estremamente concentrati, molti significati si racchiudono in poche parole accuratamente scelte. La poesia degli ermetici vuole diventare "poesia pura" che si esprime con termini essenziali. L' esperienza della prima e della seconda guerra mondiale li ha condannati ad una grande solitudine morale e ono obbligati ad una ricerca poetica riservata a pochi e priva di impegno sul piano politico. I principali poeti ermetici sono: Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo.
Giuseppe Ungaretti
Ungaretti è italiano ed è considerato tra i maggiori poeti della letteratura italiana.
Nato ad Alessandria, studente a Parigi, professore universitario nel Brasile, si orientò verso la poesia negli anni della prima guerra mondiale, cui partecipò. Inizia da queste esperienze la sua concezione poetica che diede origine negli anni '30 al movimento ermetico. Partendo dai temi della solitudine dell' uomo Ungaretti seppe scrivere poesie "diverse", il linguaggio retorico venne rinnovato, sostituito da un linguaggio di poche parole scelte.
La sua personalità tenta di costruireuna solidarietà che dia senso alla vita terrena: si sforzò di allargare il suo pubblico e si impegnò nelle battaglie ideali contro il fascismo. Tra le sue poesie: Veglia e San Martino del Carso.
Salvatore Quasimodo
Quasimodo è italiano, nato a Siracusa all' inizio del '900. Seguuì studi all' università di ingegneria di Roma. Lavorò poi come tecnico. Pubblicò le sue prime composizioni nel 1930. Trasferitosi a Milanodiventò giornalista e studiò letteratura italiana. Le sue poesie furono molto apprezzate e si svilupparono nel pieno del periodo ermetico. Motivo centrale della poesia è stata dapprima una forma particolare di nostalgia, che si trasformò negli anni della seconda guerra mondiale in una ricerca dei valori umaninei fatti e nelle circostanze come risposta alle speranze del tempo. Molto apprezzate furono le poesie: Alle fronde dei salici e Milano, agosto 1943.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Quasimodo
http://it.wikipedia.org/wiki/Ermetismo_(letteratur...
in bocca al lupo ^^
cercatelo,non è difficile.
L'ermetismo è un movimento letterario italiano che nacque negli anni '20 e raggiunse il suo apice negli anni fra il 1930 e il 1940.
Il termine, coniato da Francesco Flora nel 1936, rimanda all'idea di una magia della parola poetica. Alla base di questo movimento, che ebbe come modello i grandi del decadentismo francese come Mallarmé, Rimbaud e Valéry, si trova un gruppo di poeti, chiamati ermetici, che seguirono gli insegnamenti di Giuseppe Ungaretti e di Eugenio Montale.
Con il termine ermetismo si intende una poesia chiusa (ermetica) e volutamente complessa, attraverso un susseguirsi di analogie difficilmente interpretabili, fatte a sfiorare un noumeno spesso insondabile. Questo termine fa anche riferimento alla figura magico-mistica di Ermete Trismegisto (tre volte Grande), al quale erano stati attribuiti testi misterici e spirituali del II-III secolo dopo Cristo, ispirandosi all'antica sapienza egizia, celata nell'enigmatico linguaggio dei geroglifici.
La chiusura dell'ermetismo è una presa di posizione contro la manipolabilità e la facilità comunicativa della nascente società di massa, che si esplica nella propaganda dei regimi dittatoriali (come il fascismo) sorti dopo la prima guerra mondiale. La poesia, allora, si rinchiude e si assume il compito di ridare un senso alla parola, di risemantizzarla, di usarla solo quando necessaria.
I poeti ermetici perseguono l'ideale di una “poesia libera pura” da ogni finalità pratica, senza scopo educativo. Il tema centrale della poesia ermetica è il senso della solitudine disperata dell'uomo moderno che ha perduto fede negli antichi valori, nei miti della civiltà romantica e positivistica e non ha più certezze a cui ancorarsi saldamente. Egli vive in un mondo incomprensibile sconvolto dalle guerre e offeso dalle dittature per tanto il poeta ha una visione della vita sfiduciata, priva di illusioni. Costoro rifiutano la parola come atto di comunicazione per lasciarle solo il carattere evocativo. La poesia degli ermetici è una poesia di stati d'animo, di ripiegamento interiore espresso in un tono raccolto e sommesso, con un linguaggio raffinato ed evocativo che sfuma ogni riferimento diretto all'esperienza in un gioco di allusioni.
All'interno dell'Ermetismo sono presenti due filoni: Cattolico o Purista e Laico o Storicista. Nel primo filone è presente il tema dell'"assenza" che è anche "attesa" verso una figura salvifica, nel filone purista l'analogia risulta essere complessa,in quanto è più lontana dalla realtà . Nel filone Storicista, invece, l'analogia è più vicina alla realtà . Questi due filoni non sono contrapposti ma vicini.
Gli ermetici si servono della forma dell'analogia per rappresentare la condizione tragica dell'esistenza umana isolandosi in uno spazio interiore a difesa dalla retorica fascista.
I poeti Ermetici si ispirarono al secondo libro di Ungaretti, ovvero "Sentimento del Tempo", ed alle analogie complesse in esso contenute; quindi possiamo considerare Ungaretti come precursore degli Ermetici.
Nel campo della critica ermetica autorevole fu la figura di Carlo Bo che, con il suo discorso La letteratura come vita del 1938, scrisse il vero manifesto ermetico parlando di poesia intesa come momento dell'assoluto. Tra gli altri teorici e critici dell'ermetismo si ricordano Oreste Macrì, Giansiro Ferrata, Luciano Anceschi e lo stesso Mario Luzi.
Nella seconda metà degli anni trenta maturarono a Firenze, intorno alla rivista Frontespizio e Solaria, un vero gruppo di ermetici che, prendendo come riferimento Ungaretti, Quasimodo e Onofri, si rifacevano direttamente al simbolismo europeo e si affacciavano alle più recenti esperienze di quegli anni, come al surrealismo e all'esistenzialismo
Lo stile difficile e chiuso nella ricerca della forma analogica, insieme all'approfondimento di una nascosta esperienza interiore, contraddistinse questo gruppo che, rifiutando in modo diretto ogni impegno politico e sociale , cercava di staccarsi dalla cultura fascista. Tra questi giovani intellettuali, alcuni assunsero posizioni antifasciste come Romano Bilenchi, Elio Vittorini, Alfonso Gatto e Vasco Pratolini. La tradizione è la migliore alleata dell'ermetismo.
---------La vita burrascosa di Salvatore Quasimodo
Di Danilo Ruocco
Nato a Modica nel 1901 da Gaetano e Clotilde Ragusa, Salvatore Quasimodo, conseguito il diploma di geometra nel 1919, lascia la Sicilia alla volta di Roma, dove vive, more uxorio, con Bice Donetti, di circa otto anni più anziana di lui.
Sposata, nel 1926, la Donetti, nel 1929 – su invito del cognato Elio Vittorini (marito della sorella Rosa) – si sposta a Firenze, dove, tra gli altri, conosce Eugenio Montale.
L’anno seguente esce Acque e terre il suo primo volume di liriche, subito accolto favorevolmente da pubblico e critica. Vennero, poi (non se ne citano che alcuni) Oboe sommerso (1932); Erato e Apollion (1936); la raccolta mondadoriana Ed è subito sera (1942); Giorno dopo giorno (1947); La
Ermetismo Corrente poetica italiana sviluppatasi negli anni Venti e in modo più consistente negli anni Trenta del XX secolo. Il gruppo degli ermetici si raccolse soprattutto attorno a due riviste fiorentine, 'Il frontespizio' e 'Campo di Marte', ed ebbe come interlocutori critici privilegiati il cattolico Carlo Bo e Oreste Macrì (1913-1998). Fortemente contrari all'enfasi retorica dannunziana come pure agli aspetti più flebili e convenzionali della lirica di Giovanni Pascoli, gli ermetici si rifacevano invece alle esperienze del simbolismo, in particolare quello di autori come Stéphane Mallarmé e Paul Valéry, cercando di riconsegnare alla parola poetica una carica espressiva assoluta e rifiutando gli aspetti comunicativi del linguaggio così come l'effusione sentimentale diretta. Cercarono invece di fare della parola poetica un momento 'puro' e 'assoluto', in cui si risolvessero e culminassero le tensioni esistenziali e conoscitive di ciascuno e, ancora di più, il senso della vita, con valenze religiose più o meno accentuate.
La parola degli ermetici dilata il suo valore evocativo e si muove in uno spazio atemporale in cui le linee di forza sono rintracciabili lungo i solchi intricati e allusivi delle metafore e delle analogie, che sembrano aprire a un linguaggio esoterico.
La concentrazione linguistica e la protettiva ambiguità delle parole spiegano come l'etichetta di 'ermetismo' abbia avuto successo. Il termine, che sottolinea la chiusura quasi iniziatica del testo poetico, risale all'uso fattone nel 1935 dal critico crociano Francesco Flora. In seguito passò a indicare tutta la nuova poesia italiana con l'eccezione di Umberto Saba, ed è stato quindi applicato anche a Giuseppe Ungaretti e a Eugenio Montale. Oggi si preferisce impiegarlo per indicare poeti quali Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto, Leonardo Sinisgalli, Mario Luzi, Piero Bigongiari.
L'ermetismo contribuì ad avvicinare la poesia italiana alla cultura europea e, nonostante la sua tendenza a un'aristocratica autoreferenzialità , ha lasciato i segni anche in giovani che poi hanno battuto altre strade e che hanno maturato posizioni antifasciste quali, oltre al già citato Alfonso Gatto, Romano Bilenchi, Elio Vittorini e Vasco Pratolini. Il superamento e la liquidazione dell'ermetismo avvennero, non senza qualche ingenerosità nei confronti di questa corrente, al tempo del neorealismo e dell'impegno sociale e politico nel secondo dopoguerra.
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Quasimodo, Salvatore (Modica, Ragusa 1901 - Napoli 1968), poeta, traduttore e critico italiano, esponente di spicco del movimento ermetico. Cominciò a scrivere versi giovanissimo, all'età di quindici anni. Dopo il conseguimento, nel 1919, del diploma di maturità tecnica a Messina, si trasferì a Roma per continuare gli studi, che fu costretto ad abbandonare per problemi economici. Figura importante della giovinezza fu monsignor Rampolla del Tindaro, che gli insegnò il greco e il latino.
Negli anni Trenta si stabilì a Firenze, presso il cognato Elio Vittorini. Qui conobbe Eugenio Montale, Arturo Loria, Alessandro Bonsanti e il gruppo di scrittori legato a 'Solaria', rivista sulla quale pubblicò altre poesie. La prima raccolta, Acque e terre, è del 1930; nel 1932 uscì Oboe sommerso. Trasferitosi a Milano, fu assunto dal settimanale 'Tempo' e insegnò al Conservatorio.
Con Erato e Apollion (1936), Nuove poesie 1936-1942 (1942; confluite nello stesso anno nel volume Ed è subito sera), La vita non è sogno (1949), Falso e vero verde (1949-1955), la sua fama di poeta crebbe progressivamente, e i premi letterari si moltiplicarono, fino al conferimento del Nobel per la letteratura nel 1959.
Molto importanti sono le traduzioni raccolte nel volume Lirici greci (1940), in cui la sua vocazione alla semplicità e all'eleganza trova nei testi antichi il luogo ideale in cui esercitarsi. A queste sarebbero poi seguite, tra le altre, le traduzioni di Omero, Virgilio e Catullo, ma anche di Shakespeare e Neruda, e la pubblicazione delle antologie Lirica d’amore italiana dalle origini ai nostri giorni (1957) e Poesia italiana del dopoguerra (1958). La produzione critica include un saggio sulla funzione politica del poeta (Il poeta e il politico, 1960, discorso di accettazione del premio Nobel) e una serie di scritti sul teatro apparsi originariamente in 'Omnibus' e 'Il Tempo' e poi parzialmente raccolti in volume nel 1961.
Mentre nella prima fase della sua evoluzione il poeta aveva mostrato predilezione per le immagini rarefatte e per l'ambientazione in una Sicilia dal sapore mitico, che lo avvicinò all’ermetismo, in seguito la sua opera cominciò a riflettere in modo più diretto l'opposizione al regime fascista e l'orrore della guerra, particolarmente in Giorno dopo giorno (1947). In seguito prevalse un andamento di carattere narrativo, non di rado legato a temi di cronaca.
1930 Acque e terre Raccolta poetica; alcune poesie confluirono poi in Erato e Apollion
1932 Oboe sommerso Raccolta poetica p
L' ermetismo è una corrente italiana del primo '900. Interessa in special modo la letteratura e la musica. La prima raccolta di poesie ermetiche è Il porto sepolto di Ungaretti. Questa raccolta si riallaccia al romanticismo, precisamente alla solitudine dell' artista e dell' uomo.
I poeti ermetici ripudiano la retorica nazionalistica, storica e sessuale, e hanno anche perso la fiducia nel mondo. La grande guerra aveva distrutto quella fiiducia nell' uomo e nel mondo da far chiudere i poeti in un loro mondo personale.
Ai poeti ermetici interessa la scelta delle parole e le loro poesie non seguono le regole della poesia classica, infatti assomigliano a prose. La poesia è intensa e riesce ad esprimere immediatamente ciò che l' autore vuole manifestare e reppresentare. Il poeta, mediante la parola, esprime la realtà . I loro testi sono estremamente concentrati, molti significati si racchiudono in poche parole accuratamente scelte. La poesia degli ermetici vuole diventare "poesia pura" che si esprime con termini essenziali. L' esperienza della prima e della seconda guerra mondiale li ha condannati ad una grande solitudine morale e ono obbligati ad una ricerca poetica riservata a pochi e priva di impegno sul piano politico. I principali poeti ermetici sono: Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo.
Giuseppe Ungaretti
Ungaretti è italiano ed è considerato tra i maggiori poeti della letteratura italiana.
Nato ad Alessandria, studente a Parigi, professore universitario nel Brasile, si orientò verso la poesia negli anni della prima guerra mondiale, cui partecipò. Inizia da queste esperienze la sua concezione poetica che diede origine negli anni '30 al movimento ermetico. Partendo dai temi della solitudine dell' uomo Ungaretti seppe scrivere poesie "diverse", il linguaggio retorico venne rinnovato, sostituito da un linguaggio di poche parole scelte.
La sua personalità tenta di costruireuna solidarietà che dia senso alla vita terrena: si sforzò di allargare il suo pubblico e si impegnò nelle battaglie ideali contro il fascismo. Tra le sue poesie: Veglia e San Martino del Carso.
Salvatore Quasimodo
Quasimodo è italiano, nato a Siracusa all' inizio del '900. Seguuì studi all' università di ingegneria di Roma. Lavorò poi come tecnico. Pubblicò le sue prime composizioni nel 1930. Trasferitosi a Milanodiventò giornalista e studiò letteratura italiana. Le sue poesie furono molto apprezzate e si svilupparono nel pieno del periodo ermetico. Motivo centrale della poesia è stata dapprima una forma particolare di nostalgia, che si trasformò negli anni della seconda guerra mondiale in una ricerca dei valori umaninei fatti e nelle circostanze come risposta alle speranze del tempo. Molto apprezzate furono le poesie: Alle fronde dei salici e Milano, agosto 1943.