Cosa vuol dire questa affermazione? Qual è la relazione tra idee e cose?
Le cose partecipano delle idee, male idee non partecipano delle cose. Inoltre, l'idea dà il nome a ciò che di essa partecipa, ma la cosa non dà il nome all'idea.
Credo voglia dire che le cose non possono mai esaurire le idee. Le cose saranno sempre parziali, saranno sempre in difetto rispetto alle idee, poiché ogni cosa per esistere deve essere stata pensata o comunque deve essere pensabile, mentre non è per forza detto il contrario, ovvero che tutto ciò che può essere pensato debba per forza esistere.
Ad esempio, io posso immaginare un cavallo alato, perché esistono i cavalli ed esistono le ali, ma ciò non vuol dire che debba esistere un cavallo con le ali. Invece, tutto ciò che esiste per forza esiste perché qualcuno l'ha pensato (o ateisticamente, perché esisteva un mondo delle idee da cui dipendono ovvero si originano le cose nel concreto).
Riassumendo, partecipare di qualcosa significa avere in parte le caratteristiche di quella cosa, ma non tutte. Infatti, tutto ciò che esiste in questo mondo non è perfetta, tutto ha dei difetti per essere vero.. dei difetti rispetto all'idea che di quell'oggetto (o di quella cosa astratta) esiste nel mondo delle idee (nel pensiero dell'uomo, o nel pensiero di un dio, o nella legge matematica e apersonale dell'universo). Le idee invece non hanno bisogno di partecipare degli oggetti, non hanno bisogno che un cavallo alato esista, per poter essere pensate.
Ovviamente, quando chiamiamo una cosa col suo nome, lo facciamo perché ci rimanda all'idea di cui quella cosa partecipa. Cioè, le idee riassumono in sé una quantità di cose che potrebbero rientrare sotto quel nome. Ma noi chiamiamo quegli oggetti con quel nome solo grazie al fatto che riusciamo ad associare quegli oggetti all'idea generale. Questo è una dinamica che funziona solo in una direzione, ovvero è grazie al fatto che ricolleghiamo le cose all'idea, che possiamo chiamarle col loro nome. Mentre le idee, come detto prima, non per forza devono avere un corrispettivo nella realtà, perciò non hanno bisogno di esistere nel concreto perché noi riusciamo a chiamarle. Ad esempio, noi possiamo dire "utopia": l'utopia non esiste per definizione, eppure noi sappiamo bene cosa intendiamo con questa parola: intendiamo qualcosa di idealizzato, qualcosa che esiste solo nelle intenzioni di un idealista.
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Credo voglia dire che le cose non possono mai esaurire le idee. Le cose saranno sempre parziali, saranno sempre in difetto rispetto alle idee, poiché ogni cosa per esistere deve essere stata pensata o comunque deve essere pensabile, mentre non è per forza detto il contrario, ovvero che tutto ciò che può essere pensato debba per forza esistere.
Ad esempio, io posso immaginare un cavallo alato, perché esistono i cavalli ed esistono le ali, ma ciò non vuol dire che debba esistere un cavallo con le ali. Invece, tutto ciò che esiste per forza esiste perché qualcuno l'ha pensato (o ateisticamente, perché esisteva un mondo delle idee da cui dipendono ovvero si originano le cose nel concreto).
Riassumendo, partecipare di qualcosa significa avere in parte le caratteristiche di quella cosa, ma non tutte. Infatti, tutto ciò che esiste in questo mondo non è perfetta, tutto ha dei difetti per essere vero.. dei difetti rispetto all'idea che di quell'oggetto (o di quella cosa astratta) esiste nel mondo delle idee (nel pensiero dell'uomo, o nel pensiero di un dio, o nella legge matematica e apersonale dell'universo). Le idee invece non hanno bisogno di partecipare degli oggetti, non hanno bisogno che un cavallo alato esista, per poter essere pensate.
Ovviamente, quando chiamiamo una cosa col suo nome, lo facciamo perché ci rimanda all'idea di cui quella cosa partecipa. Cioè, le idee riassumono in sé una quantità di cose che potrebbero rientrare sotto quel nome. Ma noi chiamiamo quegli oggetti con quel nome solo grazie al fatto che riusciamo ad associare quegli oggetti all'idea generale. Questo è una dinamica che funziona solo in una direzione, ovvero è grazie al fatto che ricolleghiamo le cose all'idea, che possiamo chiamarle col loro nome. Mentre le idee, come detto prima, non per forza devono avere un corrispettivo nella realtà, perciò non hanno bisogno di esistere nel concreto perché noi riusciamo a chiamarle. Ad esempio, noi possiamo dire "utopia": l'utopia non esiste per definizione, eppure noi sappiamo bene cosa intendiamo con questa parola: intendiamo qualcosa di idealizzato, qualcosa che esiste solo nelle intenzioni di un idealista.
LE IDEE SONO ASTRATTE...............LE COSE SONO COCRETE...........!!!!!!!!!!!
Secondo alcuni "nomina sunt consequentia rerum"
Secondo altri "nomina sunt flatus vocis"
Ho fatto una sintesi: "nomina sunt flatulentia rerum"
Secondo me le cose senza le buone idee non servono a nulla, sei tu in foto? Bel sorriso
quoto umorismo genocida
Un divertissement come tanti altri.
Stronxata degna di dibattista