ecco la domanda
individua il registro de questa prima lettera: riflettere sul linguggio utilizzato, sul valore delle interrogative, sulle ripetizioni, sulla paratassi. osservare il trapasso continuo tra la prime persona plurale e la prima persona singolare e spiegarne la funzione.
ecco il testo:
"Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa non ci resterà che per piangere le nostre sciagure e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch'io per salvarmi da chi m'opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho obbedito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo: quanti sono dunque gli sventurati? E noi, pur troppo, noi stessi Italiani ci laviamo le mani nel sangue degl'Italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da pochi uomini buoni, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de' miei padri."
perfavore aiutatemi è urgente..
Aggiornamento:grazie..ma mi serve l'analisi del testo..figure retoriche e cose così..
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Le Ultime lettere di Jacopo Ortis è un romanzo epistolare di Niccolò Ugo Foscolo in cui sono raccolte le lettere che Jacopo avrebbe mandato all'amico Lorenzo Alderani che, dopo la morte dell'amico avvenuta per suicidio , le avrebbe date alla stampa corredandole di una presentazione e di una conclusione.Inizia già in negativo"il sacrificio della patria nostra è consumato". Il romanzo si ispira alla doppia delusione avuta dal Foscolo nell'amore per Isabella Roncioni che gli fu impossibile sposare e per la patria, ceduta da Napoleone all'Austria in seguito al Trattato di Campoformio.
Il romanzo ha, quindi, chiari riferimenti autobiografici. Nella forma e nei contenuti è molto simile a I dolori del giovane Werther di Goethe; per questo motivo alcuni critici hanno addirittura definito il romanzo una brutta imitazione del Werther.
L'idea dell'opera risale al 1796 quando il Foscolo, nel suo Piano di studi dove tentava di dare una sistemazione organica alla sua cultura.Il romanzo epistolare si svolge innanzitutto su due tematiche fondamentali che si intrecciano: la passione politica e la passione amorosa.
La passione politica, che, col suo fallimento, mette in evidenza da un lato i rapporti negativi con il potere e dall'altro il desiderio di un'Italia che avrebbe potuto essere unificata proprio alla luce delle idee diffuse dalla Rivoluzione francese e dagli entusiasmi suscitati dalle imprese di Napoleone; il fallimento è controbilanciato dall'amor di patria, dall'elogio della virtù individuale (Giuseppe Parini!) e dalla meditazione sulla storia e sulla passata grandezza di Roma e dell'Italia.
La passione amorosa, che col suo fallimento mette in evidenza i rapporti negativi dell'individuo con gli usi, i costumi e le consuetudini che vogliono ancora la donna oggetto del padre o del marito e priva di quella volontà autonoma che la contraddistinguerebbe come persona umana: la forza non è ancora nel sentimento (o non lo sarà se non sporadicamente), ma nel potere soprattutto economico. La forza delle idee illuministiche non è stata in grando di liberare l'individuo dalle pastoie della potenza di chi può disporre e della debolezza di chi è sottomesso perché nulla possiede. Ma anche in questo caso, come per la passione politica, il romanzo e i due personaggi Teresa e Jacopo, insieme alla madre della ragazza, rappresentano un atto di fede nel sentimento e nel rinnegamento dell'egoismo. Il fallimento della passione amorosa è controbilanciato proprio dalla valorizzazione del sentimento e dalla ribellione a un certo senso del fatalismo che durante il romanticismo assegnerà alla donna un altissimo ruolo, valorizzando il suo essere madre epunto fondamentale di unione del focolare domestico.
Il fallimento delle due passioni porta inevitabilmente al suicidio, provocato dal dolore intensamente provato e intensamente protratto fino al limite della rottura finale: ma questo elemento negativo è controbilanciato dalla speranza di un mondo in cui coloro che si amano possano riunirsi per sempre: non la morte come fine di tutto, ma come passaggio.Jacopo Ortis rappresenta la crisi delle speranze rivoluzionarie e di un'idea di libertà e di patria vissuta in modo istintivo e fondata su una fiducia fondamentale che all'atto pratico si rivela inconsistente e negativa. Egli è l'eroe romantico che lotta inutilmente contro convenzioni ormai inattuali
Sul piano della passione politica non rappresenta tanto la crisi delle idee rivoluzionarie, come qualcuno ha prospettato, quando un atto di fede in un'idea straordinaria che potrà essere realizzata non con la fiducia in un personaggio come Napoleone o altri, ma con la fede nelle proprie forze e la volontà di una nazione di raggiungere il risultato finale.
Il suicidio di Jacopo appare come un atto di denuncia contro gli usi e le consuetudini dell'epoca e di protesta politica, ed è motivato non soltanto dalla fine dell'infelice amore per Teresa ma anche dal tradimento perpetrato da Napoleone Bonaparte che vende Venezia all'Austria col trattato di Campoformio, ratificato il 17 ottobre, contro le speranze di molti nobili idealisti del tempo, che aspiravano a una Italia unita. Soprattutto il suicidio credo che non sia originato dal dolore che si insinua lentamente nella ragione fino a capire che ormai è l'inevitabile conclusione dell'esistenza a causa del fallimento della sola passione amorosa: anche il fallimento della passione politica è altrettanto importante.Jacopo nel romanzo campeggia in una luce solitaria e spesso violenta, specie nell'ultima parte, dove ogni suo gesto appare netto e preciso come scolpito in un marmo, così come Ugo nella vita quotidiana campeggia solitario perché nessun legame solido e duraturo gli è permesso, vivendo "ramingo di gente in gente. Con questo romanzo Foscolo mette in chiaro i temi nuovissimi della sua poesia, dall tomba come "corrispondenza d'amorosi affetti al concetto stesso delle illusioni, dall'illusione della patria alla valorizzazione delle grandi gesta..
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A Venezia c’è un atmosfera affascinante ed è una città da visitare a piedi o in battello,oppre è possibile fare un'escursione fra i suoi canali nelle pittoresche gondole. Sedersi ai tavoli dei bar e dei ristoranti di Venezia può essere costoso, ma sorseggiare un caffè o un bicchiere di prosecco circondati dalla splendida Piazza San Marco non ha prezzo.Una tappa imperdibile del viaggio è la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli