"Amare è soffrire. Se non si vuol soffrire, non si deve amare. Però allora si soffre di non amare. Pertanto amare è soffrire, non amare è soffrire, e soffrire è soffrire.
Essere felice è amare: allora essere felice è soffrire. Ma soffrire ci rende infelici. Pertanto per essere infelici si deve amare.
O amare e soffrire.
O soffrire per troppa felicità.
Io spero che tu prenda appunti".
(Amore e guerra - Woody Allen)
la verità (bella) è che dovrebbe saper far ridere, no? :)
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Io morirò continuando a credere fermamente che amore e dolore non abbiano proprio nulla a che spartire.
Per me amore è uguale a felicità (non serenità, che è un'altra cosa).
Se l'amore è fonte di dolore (e se in questo dolore ci si crogiola, per giunta, voluttuosamente), c'è qualcosa di insano nelle persone che vivono il rapporto.
Quando dico che per me amore è uguale a felicità non parlo né di assenza di problemi, né di una storia vissuta in un mondo incantato, in cui gli amanti siano isolati (e quindi protetti) dalle minacce e dalle tentazioni del fuori.
Parlo di un rapporto di dare e avere, fatto di presenza e di comprensione.
Tempo fa risposi qui su Answers a una domanda, da una poesia di Pedro Salinas; gli ultimi versi dicevano:
"Tú me serás, dolor,
la prueba, a lo lejos,
de que existió, que existe,
de que me quiso, sí,
de que aún la estoy queriendo".
("Tu sarai per me, dolore,
la grande prova, a distanza,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora").
Per me è un concetto incomprensibile, questo di pensare che la prova dell'amore che è stato stia nel dolore che resta. Nel dolore del Poi io vedo solitudine, rimpianto, rabbia, ma non la prova dell'amore che fu. Quella prova sta, per me, nella felicità del Durante.
Amare è offrire. Il resto è solo vita. Per me amore, e questo già dice tutto. Per me amore è, e questo aggiunge dell'altro e dell'oltre. Per me amore è assicurarsi che il giorno non le faccia troppo male. Il dolore e la sofferenza non hanno niente a che fare con l'amore (che non ha contrari), sono gli effetti collaterali della felicità (o almeno è questo che mi ha insegnato Charlie Brown).
Essere felice è a mare: allora bisogna tuffarsi per unirsi all'essere (felice). E per essere e essere felici dobbiamo fare proprio questo: fare nesso senza precauzione. Per evitare di invitare a cena già stasera quello che Specchio chiama il dolore del Poi. Nesso, senza precauzione. Perché se fai così mi fai offrire. Perché in ogni caso bisogna fare i conti (e i duchi) con l'invenzione della s (con particolare giovamento delle relazioni pubbliche di gente come Alvatore Quaimodo, Maimo Troii e Uperman). E offrire diventa soffrire. Amare diventa mosso o molto mosso a causa di tutte le cose che abbiamo commosso, perché ci sono pensieri, gesti e parole che fanno piangere il possibile. Ma amare è offrire, comunque e nonostante, malgrado e grazie a, non appena e di continuo, tutti i mostri che ci vengono a mangiare.
Amare è sentirsi felici, su questo non ci piove^__^ altrimenti non avrebbe più senso amare. L'amore sofferto non è amore o, per meglio dire, si discosta nei sintomi universali quali: l'esaltazione, gli sbalzi d'umore, l'insonnia e bla bla bla. Oh, a presentarlo così pare una malattia mentale, ed è vero^___^
Sembra che l'innamoramento rientri nei sintomi della diagnosi di ossessione, depressione e mania. Non fosse per il fatto che per tale malattia non vogliamo nessuna cura, in caso diverso difficilmente lasceremmo la nostra mente/cuore in balia dell'amuuurrr.
Ma, ma, ma se la "follia" causa sofferenza e dolore tutto il tempo, finisce per diventare qualcosa che con l'amore c’entra ormai ben poco.
L’amore è un sentimento meraviglioso se vissuto in maniera sana. Una relazione simmetrica tra dare e avere. La conoscenza più profonda in assoluto con un altro essere umano "sconosciuto". Una caratteristica della natura umana come la razionalità ma diversamente da questa, ci offre gli strumenti per
soddisfare ciò che desideriamo ma allo stesso tempo può frenarci causandoci una frattura interiore. Ed eccoti la sofferenza, Allegrondo^__^ Non provi un dolore lancinante se ti fratturi un osso del tuo corpo?
Stendhal scelse di chiamare l'esperienza della persona amata con il termine "cristallizzazione" e ne definì tre caratteristiche(se fu lui il padre di tali caratteristiche non lo ricordo precisamente): l’immagine perfetta della persona amata, l’estasi di essere amato da una creatura perfetta e il timore del rifiuto. È sempre accompagnata da uno stato d’ansia quindi. Maschi e femmine si concentrano completamente sull'oggetto amato, hai presente i momenti in cui conserviamo una cicca di sigaretta perché ci ricorda "quel momento", "quel bacio", "quella parola"? Presente quando la sola idea di buttare i simboli amorosi la vediamo come un sacrilegio? Questa è l'ansia felice dell'amore.
Quando, invece, ti liberi di tutti i simboli e soffri, soffri e soffri...lo chiami amore questo?
A_mare ...c'è dentro tutto, dalla crociera di lusso all'annegamento-naufragio di migliaia di profughi, dalla nuotata al morto.
no? :)
Amare purtroppo è soffrire soprattutto quando non si comunica abbastanza e non si è capaci di immedesimarsi nei panni dell'altro.
Se chi amasse tenesse in mente: "Non fare agli altri quello che non vorresti sia fatto a te" e aggiungessero:" Fai agli altri quello che vorresti sia fatto a te! E Fallo!" La sofferenza forse non esisterebbe. Ma non vorrei sparare sentenze. Non sono nessuno.
Purtroppo si,.. Vivere é soffrire é saltare ostacoli, a volte sei felice ma la maggior parte delle volte la paura, l'amore, il rimpianto ti fanno sentire triste e ti senti soffrire.😞
secondo me amare non è soffrire...è partito sbagliato.
amare può far soffrire sì ovviamente. ma non.. è*
sono due facce della stessa medaglia, non una faccia sola...dipende come si gira.
Woody Allen è la voce della verità, è umoristico, fa ridere ma allo stesso tempo fa riflettere!
Hai assolutamente ragione!
Leggi questo, forse di piacerà lo stesso:
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete
tracchete il trauma è bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai
migliorando giorno dopo giorno.
Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare
in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio.
Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.
Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d’oro.
Lavori quarant'anni finché non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.
Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finché non sei bebè.
Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.
Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto,senza che nessuno ti rompa i ********.
E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!
(La vita dovrebbe essere vissuta al contrario - Woody Allen)
Anche non amare é soffire 💔