L'ultima partita a carte è un romanzo autobiografico e di guerra scritto da Mario Rigoni Stern, pubblicato da Einaudi in prima edizione nel 2002, nella collana L'Arcipelago Einaudi.
Il romanzo nasce dalla volontà di Stern di raccontare i passaggi fondamentali e aneddoti della propria gioventù, dall'arruolamento tra gli alpini nella Brigata "Tridentina" a 17 anni fino alle campagne balcaniche e di Russia. Con questa testimonianza "povera di pagine ma densa di vita" Stern narra della guerra vista in un'ottica complessiva, che nel romanzo emerge attraverso sintesi efficaci e bollettini di guerra lapidari e con gli occhi di un ragazzo e i suoi frammenti di vita personale.
Nel 1938 Rigoni Stern non aveva ancora diciassette anni. La sua richiesta di entrare in marina crollò miseramente alla domanda: "Sai nuotare?". Decise allora di arruolarsi fra gli alpini: il suo posto era decisamente quello, fra i muli e le vette, la neve, gli sci e il freddo. Fece il suo addestramento sulle montagne valdostane, in quota, a destreggiarsi fra gli scherzi dei "veci" e i crepacci verdeazzurri, leggendo i poeti del Trecento e incidendo nel ghiaccio il nome della morosa. Nel frattempo l'Italia di Mussolini entrava in guerra, e quei ragazzi con gli sci ai piedi si trovarono di colpo a combattere contro i francesi; poi, trasportati su un Adriatico imbufalito, contro i greci.
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L'ultima partita a carte è un romanzo autobiografico e di guerra scritto da Mario Rigoni Stern, pubblicato da Einaudi in prima edizione nel 2002, nella collana L'Arcipelago Einaudi.
Il romanzo nasce dalla volontà di Stern di raccontare i passaggi fondamentali e aneddoti della propria gioventù, dall'arruolamento tra gli alpini nella Brigata "Tridentina" a 17 anni fino alle campagne balcaniche e di Russia. Con questa testimonianza "povera di pagine ma densa di vita" Stern narra della guerra vista in un'ottica complessiva, che nel romanzo emerge attraverso sintesi efficaci e bollettini di guerra lapidari e con gli occhi di un ragazzo e i suoi frammenti di vita personale.
Nel 1938 Rigoni Stern non aveva ancora diciassette anni. La sua richiesta di entrare in marina crollò miseramente alla domanda: "Sai nuotare?". Decise allora di arruolarsi fra gli alpini: il suo posto era decisamente quello, fra i muli e le vette, la neve, gli sci e il freddo. Fece il suo addestramento sulle montagne valdostane, in quota, a destreggiarsi fra gli scherzi dei "veci" e i crepacci verdeazzurri, leggendo i poeti del Trecento e incidendo nel ghiaccio il nome della morosa. Nel frattempo l'Italia di Mussolini entrava in guerra, e quei ragazzi con gli sci ai piedi si trovarono di colpo a combattere contro i francesi; poi, trasportati su un Adriatico imbufalito, contro i greci.