Il tema del viaggio è molto rappresentato nella letteratura inglese del XVIII secolo, a causa dei grandi viaggi di esplorazione condotti in quel periodo nell'Oceano Pacifico da navigatori come il capitano Cook, e dell'espansione coloniale britannica in Asia (India), Oceania (Australia) e in America (Canada, Antille, ecc.). I più famosi fra i romanzi scritti in questo secolo sono: "Robinson Crusoe" di D. Defoe e "I viaggi di Gulliver" di J. Swift. "Robinson Crusoe" prende spunto da un fatto realmente accaduto, l'abbandono di un corsaro, un certo Alexander Selkirk, su un'isola disabitata del Pacifico, evento che ebbe grande risonanza presso la stampa dell'epoca. Defoe si ispirò a questo fatto di cronaca per scrivere il suo romanzo, ma lo arricchì con la sua inventiva: il personaggio di Crusoe ha ben poco a che fare con i corsari, ma è il figlio di un mercante di Brema emigrato in Inghilterra, che decide in giovane età di cercare fortuna imbarcandosi su una nave. Acquistata una piantagione di canna da zucchero in Brasile, si reca in Africa per procurarsi schiavi neri, ma durante il viaggio di ritorno la nave naufraga al largo del Venezuela, arenandosi infine su un'isola, e Crusoe è l'unico superstite di tutto l'equipaggio. Decide quindi di stabilirsi sull'isola dopo aver prelevato dal relitto tutto quanto potesse tornargli utile (una Bibbia, dei moschetti, polvere da sparo, pallottole, attrezzi da lavoro ecc.). Crusoe costruisce un fortino dove vivrà per circa ventott'anni, uccidendo e allevando capre selvatiche e un pappagallo. Dopo dodici anni dall'inizio della sua cattività forzata, salva dalla morte un indigeno (da lui ribattezzato "Venerdì"), gli insegna la lingua inglese e lo converte alla fede cristiana. Anni dopo Robinson Crusoe salva altre due vittime sacrificali, il padre di Venerdì e uno spagnolo: poco dopo una nave inglese, con un equipaggio di ammutinati, getta l'ancora al largo dell'isola. Dopo una feroce battaglia con gli ammutinati, Robinson Crusoe riesce a impossessarsi della nave e a far ritorno in Inghilterra, dopo 35 anni di assenza dall'Europa, e in Portogallo apprende che le sue piantagioni brasiliane lo hanno reso un uomo immensamente ricco. L'altro grande romanzo di viaggio di questo periodo è "I viaggi di Gulliver". Gulliver, un medico chirurgo, durante i suoi viaggi per mare affronta numerose traversie e vicissitudini, che lo portano prima a Lilliput, un'isola abitata da uomini di piccolissima statura, quindi a Brobdingnag (l'isola dei giganti), infine a Laputa, un'isola volante popolata da studiosi e scienziati estremamente distratti e assorti nelle loro speculazioni, da ultimo giunge nella terra degli Houyhnhnm, cavalli dotati di ragione, linguaggio e intelligenza sopraffini. Nella terra degli Houyhnhnm vivono gli Yahoo, esseri umani abbrutiti e degenerati. Nonostante Gulliver voglia restare presso questi cavalli sapienti, viene esiliato anche da questo popolo ed è costretto a tornare in Inghilterra. Mentre l'opera di Defoe presenta una visione ottimistica della società e della borghesia mercantile inglese, allora in ascesa, permeata di laboriosità, spirito di sacrificio, religiosità e abnegazione, il romanzo di Swift è una cupa, amara satira degli aspetti deteriori della società inglese, con violenti attacchi ai politici britannici (si pensi ai partiti di Lilliput e Blefuscu) e agli scienziati della Royal Society (adombrati negli studiosi di Laputa, intenti a ricerche e occupazioni inutili, dispendiose e disgustose).
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Il tema del viaggio è molto rappresentato nella letteratura inglese del XVIII secolo, a causa dei grandi viaggi di esplorazione condotti in quel periodo nell'Oceano Pacifico da navigatori come il capitano Cook, e dell'espansione coloniale britannica in Asia (India), Oceania (Australia) e in America (Canada, Antille, ecc.). I più famosi fra i romanzi scritti in questo secolo sono: "Robinson Crusoe" di D. Defoe e "I viaggi di Gulliver" di J. Swift. "Robinson Crusoe" prende spunto da un fatto realmente accaduto, l'abbandono di un corsaro, un certo Alexander Selkirk, su un'isola disabitata del Pacifico, evento che ebbe grande risonanza presso la stampa dell'epoca. Defoe si ispirò a questo fatto di cronaca per scrivere il suo romanzo, ma lo arricchì con la sua inventiva: il personaggio di Crusoe ha ben poco a che fare con i corsari, ma è il figlio di un mercante di Brema emigrato in Inghilterra, che decide in giovane età di cercare fortuna imbarcandosi su una nave. Acquistata una piantagione di canna da zucchero in Brasile, si reca in Africa per procurarsi schiavi neri, ma durante il viaggio di ritorno la nave naufraga al largo del Venezuela, arenandosi infine su un'isola, e Crusoe è l'unico superstite di tutto l'equipaggio. Decide quindi di stabilirsi sull'isola dopo aver prelevato dal relitto tutto quanto potesse tornargli utile (una Bibbia, dei moschetti, polvere da sparo, pallottole, attrezzi da lavoro ecc.). Crusoe costruisce un fortino dove vivrà per circa ventott'anni, uccidendo e allevando capre selvatiche e un pappagallo. Dopo dodici anni dall'inizio della sua cattività forzata, salva dalla morte un indigeno (da lui ribattezzato "Venerdì"), gli insegna la lingua inglese e lo converte alla fede cristiana. Anni dopo Robinson Crusoe salva altre due vittime sacrificali, il padre di Venerdì e uno spagnolo: poco dopo una nave inglese, con un equipaggio di ammutinati, getta l'ancora al largo dell'isola. Dopo una feroce battaglia con gli ammutinati, Robinson Crusoe riesce a impossessarsi della nave e a far ritorno in Inghilterra, dopo 35 anni di assenza dall'Europa, e in Portogallo apprende che le sue piantagioni brasiliane lo hanno reso un uomo immensamente ricco. L'altro grande romanzo di viaggio di questo periodo è "I viaggi di Gulliver". Gulliver, un medico chirurgo, durante i suoi viaggi per mare affronta numerose traversie e vicissitudini, che lo portano prima a Lilliput, un'isola abitata da uomini di piccolissima statura, quindi a Brobdingnag (l'isola dei giganti), infine a Laputa, un'isola volante popolata da studiosi e scienziati estremamente distratti e assorti nelle loro speculazioni, da ultimo giunge nella terra degli Houyhnhnm, cavalli dotati di ragione, linguaggio e intelligenza sopraffini. Nella terra degli Houyhnhnm vivono gli Yahoo, esseri umani abbrutiti e degenerati. Nonostante Gulliver voglia restare presso questi cavalli sapienti, viene esiliato anche da questo popolo ed è costretto a tornare in Inghilterra. Mentre l'opera di Defoe presenta una visione ottimistica della società e della borghesia mercantile inglese, allora in ascesa, permeata di laboriosità, spirito di sacrificio, religiosità e abnegazione, il romanzo di Swift è una cupa, amara satira degli aspetti deteriori della società inglese, con violenti attacchi ai politici britannici (si pensi ai partiti di Lilliput e Blefuscu) e agli scienziati della Royal Society (adombrati negli studiosi di Laputa, intenti a ricerche e occupazioni inutili, dispendiose e disgustose).