Buonanotte amici, talvolta la semplicità è la chiave che apre la porta ai tesori più preziosi?

Buonanotte amici, vi chiedo perdono è da un po che on vi scrivo favole della buonanotte vero? Bene per sdebitarmi questa è per voi!! l'ho scritta io!! a domani con la prossima favola della buonanotte!!

La verità e nel cuore semplice del vivere.

Divenire era preferibile a essere, o essere era da preferire al divenire?

Bhe... a questa domanda tanto complessa la mente di Gudu, uomo senza età, recluso dal suo stesso essere, tra i rami di un vecchio albero di Sicomoro, non era ancora riuscito a trovare una risposta. Da ogni parte del mondo giungevano persone, per vedere e ascoltare l'uomo da tutti soprannominato il Sicomoro.

Che aveva scelto di vivere sospeso tra cielo e terra. Quell'uomo che non beveva, se non l'acqua del cielo, che non mangiava, se non i frutti di quello stesso albero, quell'uomo le cui parole sembravano voler profetizzare la vita.

Quante anime in cerca di risposte erano passate sulle vecchie radici del sicomoro. Volti protesi al cielo, in cerca di cogliere anche solo per un attimo la sua sagoma sfuggente, ma difficilmente qualcuno era riuscito ad intravederne l'aspetto. A tener viva la sua leggenda erano le parole che di tanto in tanto sussurrava al suo cielo e che per puro caso venivano ascoltante da chi era nei pressi dell'albero. Le sue non erano semplici parole, esse sapevano scendere nel cuore della gente depositandone il seme della sapienza, chiunque ne era venuto in contatto anche se per brevi istanti, aveva saputo raccontare dei grandi miracoli avvenuti nel suo cuore.

Le sue giornate trascorrevano lente, così come lento scorre, un ruscello su una piatta e sconfinata prateria. All'alba di un giorno nuovo Gudu, si ridestò mesto, come se la notte trascorsa non gli avesse portato alcun ristoro, era affaticato, stanco e persino in affanno, in quello stato di particolare debolezza, rivolse il suo sguardo al cielo, e nel constatare che era ancora tanto lontano, ritornò a guardare la terra, e la constatazione fu la stessa, era distante da entrambi i luoghi.

Nello sconforto più totale, si raggomitolò su se stesso, nell'attesa che avesse fine lo stato di folle disperazione, che in quel momento lo stava sopraffacendo.

Un piccolo bambino passò di lì, guardò sull'alto albero e vide un vecchio uomo raggomitolato con la testa all'ingiù, e preso da grande meraviglia disse:

Signore, Signore perché si trova su quell'albero con la testa all'ingiù?

Il vecchio Gudu, guardò con interesse al piccolo bambino, e subito dopo gli rivolse una domanda.

Dimmi piccolo figlio della vita, cosa vedi?

Vedo un vecchio uomo, appeso con la testa all'ingiù su un alto ramo, e mi chiedo, come tu possa stare così senza avere il sangue alla testa.

Piccolo, dimmi la mia non è la posizione naturale di tutti gli uomini?

Assolutamente No.

Rispose il piccolo con grande sicurezza.

Gli uomini, prima cosa camminano in terra, e poi nessuno è al contrario, come invece sei tu?

Il vecchio Gudu ora aveva un quesito ancora più ostico del suo essere o divenire a cui rispondere, aveva capito, dalle semplici e pulite parole di un bambino una verità inconfutabile, lui era al contrario, e pertanto la sua visione delle cose non era corretta. Non perse tempo a chiedersi il perché di quella sua errata posizione, in fondo la sua saggezza gli aveva già suggerita la risposta, sono i percorsi dell'anima che nel procedere ci modificano, modellandoci per la traversata, ma quando si è giunti alla porta del divenire, è allora che bisogna ridestare l'equità delle cose, ritornando in equilibrio. Ed era appunto l'equilibrio che ora Gudu stava per riacquistare, si raddrizzò immediatamente sul ramo, e rivolse nuovamente lo sguardo prima al cielo e poi alla terra, sentendoli entrambi più vicini.

E il bambino felice e sorridente, disse:

Ora si che sei diritto, avrai di certo meno sangue alla testa, e riuscirai a vedere meglio?

Ed era vero, il vecchio Gudu per troppo tempo aveva visto le cose al contrario, e dalla sua posizione era stato indotto nell'errore, forse anche quella domanda che lo tormentava da sempre era il frutto di una sua errata visione.

Il bambino salutò Gudu, e gli augurò una splendida vita, e il vecchio uomo ormai sollevato dalla sua sofferenza disse:

Piccolo ti ringrazio, talvolta la semplicità è la chiave che apre la porta ai tesori più preziosi, io nella mia ricerca avevo perso di vista le cose semplici della vita.

Gudu completò il suo ultimo tratto di cammino, salendo sino all'ultimo ramo dell'albero. Ora poteva quasi sfiorare il cielo, e sentendosi completamente avvolto da una luce potente, fece per guardare la terra convinto che ormai fosse lontana mille mondi. Con gran sorpresa constatò che non era mai stato tanto immerso nel viver come in quel preciso momento. I suoi piedi affondavano in un soffice composto di terra fertile, e le mani sfioravano alberi colmi di frutta, sotto un cielo luminoso, baciato da un sole nuovo che gli illuminava la via.

Gudu allora capì, che era finalmente giunto nel suo paradiso in terra, prese a camminare incontro al vivere e spogliandosi dei suoi abiti umani .che lo avevano sino ad allora mortificato, vide cambiare la sua essenza da umana ad angelica. E quando un giorno qualcuno gli chiese di come aveva fatto a scender da quell'albero, Gudu rispose:

Nella saggezza è in agguato il più malefico dei demoni, il "Sapiente". Non è facile riconoscerne il volto, esso si maschera del tuo volto, sorride del tuo sorriso, vive nel tuo respiro.

Quando del viver non assaporerai più il semplice effluvio di un fiore, o la repentina nuvola dei cieli, indaga!

Rivolgi l'occhio al tuo animo, e se nel cuore del tuo cuore, non troverai più l'amore per la semplicità, sappi d'esser preda del "Sapiente". A questo potente custode è affidata la frontiera prima dell'ultimo passo. Molti audaci hanno abbassato le armi, proprio in quel punto del loro cammino. Si può combattere contro tutto e tutti, e talvolta anche contro se stessi, ma per farlo bisogna prima riconoscersi nell'errore, ma il "Sapiente" accresce l'onnipotenza della sua malcapitata preda, accecandola.

Riconosci la vita nella semplice spiga di grano, maturata ai raggi del tuo sole, e quando sarà giunto il tempo della raccolta, godi dei suoi genuini frutti, altro non cercare perderesti il tuo prezioso tempo. La verità e nel cuore semplice del vivere, in qualsiasi altro posto poggerai lo sguardo, troverai solo strade arse dal sole, che conducendoti su cammini tortuosi e faticosissimi, finiranno poi per congiungersi sempre alla stessa strada, incontro alla stessa spiga...

Raccogli la semplice spiga del tuo vivere, e abbracciala come faresti con un figlio, nel suo germoglio il tuo domani, nelle sue bionde foglie la luce del tuo cuore, nel semplice la vita.

Ishak

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